La mia visione delle banche

Quello che segue è una prospettiva molto semplice su quello che dovremmo comprendere sul denaro ed il suo utilizzo in ambito sociale.

I filosofi greci a tale proposito ammonivano dicendo: “Mai fare del denaro merce di scambio!”. Ed avevano ragione…

Pensiamoci bene; a cosa serve “giocare” in borsa? Detto così, da ignari ed ignoranti del sistema speculativo pare un gioco inventato da borseggiatori in gara tra loro; vince chi scippa di più. Bhe, a dire il vero, non siamo molto distanti dalla realtà :^(

In fondo non è altro che una scommessa sulla fluttuazione economica di una azienda, nient’altro. Ma ognuno è libero di fare dei suoi soldi quello che gli pare. Libero arbitrio, giusto.

Ma abbiamo compreso ciò che rappresenta il denaro? Riusciamo a comprendere che nel deserto una bottiglia di acqua vale molto di più di 1000 biglietti da 100 euro? Come mai? La differenza la fa l’esigenza. Ma non solo…

Proviamo a vedere le cose in questo modo: ognuno viene al mondo con un potenziale, un dono da donare, da condividere. Questo dono si chiama talento (toh, lo aveva affermato già, più di 2000 anni fa il più grande economista del Pianeta!). Il talento è la peculiare capacità di un individuo di mettere in opera una capacità intrinseca nella quale eccelle. Inevitabilmente la potrà esprimere se vi sarà qualcuno in grado di apprezzarla.

Poniamo l’esempio di un falegname, di un agricoltore, di un ingegniere, di un musicista… Ognuno ha il suo ruolo in questo mondo perché non vi è inflazione nell’espressione di un talento ed ognuno è indispensabile.

Il prodotto o il servizio di un singolo individuo assume valore nel momento del bisogno. Se ho fame andrò dal produttore agricolo a cercare da mangiare ma dovrò pagare il suo operato con qualcosa di pari valore. Il suo lavoro deve essere apprezzato. Ossia dobbiamo dargli un prezzo, ma attenzione; non stiamo dando un valore al prodotto ma alla persona, senza la quale non ci sarebbe il prodotto. Logico, no? Quindi ogni prodotto ha in sè il valore energetico di chi ha faticato per ottenerlo.

L’energia usata dal produttore si riversa nel prodotto e deve essere reintegrata, per Legge dell’Equilibrio delle masse. Per ciò anch’io dovrò donare una parte della mia energia per riequilibrare le forze. E lo farò con il frutto del mio lavoro, sia che produca un bene o un servizio.

Questo è chiamato “baratto” ed ha lo svantaggio di produrre un divario tra due prodotti di diverso valore. Per comperare un cavallo quante uova dovranno produrre le mie galline? E chi mi vende il cavallo riuscirà a consumare tutte le uova, a centinaia (!), prima che deperiscano? Oppure riuscirà a smerciarle in tempo?

Ecco a cosa servono quei foglietti colorati con scritto delle cifre; servono a monetizzare, conteggiare il reale valore delle merci frazionandolo in parti più piccole in modo da poterle gestire al meglio. Prezzo deciso in accordo con le parti che, dopo una trattativa, si sono trovate ad un punto di equilibrio che li bilancia.

Tutto qui… Questa è la creazione del denaro ed il suo reale valore. Ritornando al paradigma iniziale, se due persone, un venditore di bottiglie di acqua ed un tipografo che stampa soldi, si trovano nel deserto, dove penserete di vedere la coda di persone?

E siamo arrivati alle banche.banca

In questo contesto come si pongo gli istituti di credito? Essi nascono dall’esigenza di un gruppo di individui che supportano un progetto di una o più persone non in grado di farcela da sole. È un po’ come se dovessimo spingere un autoarticolato: le tre persone che ne hanno esigenza non lo potrebbero mai fare se non intervenissero altri. E qui entra in gioco la Solidarietà.  In un progetto imprenditoriale privato occorrono risorse e per questo possono intervenire i fondi monetari di altri individui che concorreranno al progetto in forma percentuale, anche nei guadagni.

È chiaro che il progetto deve essere sottoposto ai futuri investitori che ne valuteranno la convenienza alla partecipazione.

Così può nascere un istituto di credito ma questo istituto deve essere di tutti i partecipanti e non di pochi o addirittura di un singolo. E non è nemmeno necessario che continui ad esistere; potrebbe essere istituito solo nel momento del bisogno.

Proprio ieri discutevo con amici che le banche servono; sì, servono per le transazioni tra gli Stati (ammesso che occorra avere degli Stati) ma non devono essere dei privati altrimenti ritorniamo allo stato attuale in cui esse divengono dei tipografi che commerciano in denaro (e ri daije :^). Devono essere di proprietà dei singoli cittadini, organismi statali, come lo furono decenni fa.

Tranquilli, è solo un sogno. La realtà è ben diversa… Abbiamo fatto del denaro merce di scambio come sconsigliavano i filosofi greci  e siamo caduti nella trappola del possesso per il bene del singolo a svantaggio dei molti. Ma se ci rendessimo conto di tutto ciò, ci rendessimo conto che invertire il paradigma porterebbe ricchezza inesauribile per tutti allora il sogno diverrebbe realtà e usciremo finalmente da questo incubo. E vivremo finalmente sotto la benevola Legge dell’Abbondanza.

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