Considerazioni sulla morte di Buonanno

Ieri pomeriggio l’auto che percorreva la strada per Varese perde il controllo ed esce di strada colpendo un’altra autovettura ferma sulla corsia di emergenza. È così che muore Gianluca Buonanno, europarlamentare esponente della Lega Nord. La sua compagna e gli altri occupanti delle due autovetture rimangono illesi, contusi ma largamente fuori pericolo.

Strana morte questa, a ridosso delle elezioni comunali. È una domanda scontata per chi cerca di vedere le cose al di là delle semplici banali apparenze, per chi è conscio che nulla accade per caso come le inondazioni a Parigi in concomitanza delle manifestazioni popolari contro il governo Hollande, o come il terremoto artificiale a 20km da Vienna in una zona asismica ma, guarda caso, sotto elezioni…

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Una cosa che lascia sgomenti è l’ondata di commenti denigratori che questo evento ha scaturito, al limite dell’indicibile.

Se solo fossimo così coraggiosi da guardarci dentro prima di emettere quei suoni chiamati “parole”, se solo mediassimo con il filtro della ragione, e con l’Intelligenza essere in grado di leggerci dentro scopriremmo che ciò che in lui odiavamo di più era esattamente ciò che anche noi portiamo dentro, dei piccoli “Buonanno”, ne più ne meno. Solo ben nascosti dal velo di buonismo che ci poniamo davanti. Velo che ultimamente risulta sempre più sottile e dietro al quale appare tutta la nostra malvagità ed intolleranza.

Sempre pronti ad esternare, ad inveire, a confutare legati ad una ideologia… Come cani rabbiosi legati alla catena, che sbraitano a chi gli si para davanti; non per aggressività ma per paura di essere aggrediti.

Facebook ieri era una sfilza di commenti diametralmente opposti, come d’altronde sono i relativi partiti, di parte ovviamente, mai tendenti al centro. Dalla esaltazioni agli insulti…

A questo serve il social network, a testare il polso della situazione sociale soppesandone pazientemente la condizione psicologica, la capacità di critica, l’obiettività; e, naturalmente, fomentando le divisioni per continuare ad imperare. Come fili legati agli arti dei burattini quali siamo.

Verrà presto il giorno in cui saremo chiamati ad emanciparci da questi legami ma prima lo faremo e prima potremo godere della vera libertà.

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