Il denaro, l’umanità, l’Anima; stravolto il paradigma della ricchezza

A cura di Andrea Pilati

Tempo fa, quando ancora i genitori del mio corpo erano su questo pianeta, mi era stato insegnato che chi possiede è ricco e più possiede più è ricco.

Con questo articolo voglio ragionare su questo concetto e portare il lettore ad una visone totalmente stravolta del paradigma della ricchezza.

talentiIn un gruppo di persone in grado di mettere a frutto il prodotto dei propri talenti essi li proporranno a chi dei loro simili ne aveva fatto richiesta, determinandone il giusto valore attraverso la mediazione. Lo scambio di opere dell’ingegno umano si chiama “baratto” ma ha una funzione poco pratica; non si può dare il “resto” :^( A questo servono le monete, a frazionare per dare/ricevere il giusto conservando il medesimo principio: dare il giusto valore al bene prodotto o al servizio reso e quindi dando valore all’individuo che lo ha prodotto, pagandolo affinché si senta appagato.

E fino a qui non ci piove…

Ma viene il momento di considerare una comunità più ampia, formata da centinaia di migliaia di individui. L’uso della moneta in questo ambito così allargato riporta in sé lo stesso valore umano che circola creando quello che chiamiamo “reputazione” ossia il valore implicito del bene e/o servizio circolante. La sua qualità.

Più si ha cura nel produrre più acquista valore il prodotto perché pregno dell’energia intenzionale tesa alla perfezione. È il tipico atteggiamento dell’artista, un gradino poco più sù dell’artigiano che invece opera con passione ma spesso non pretende la perfezione conscio del fatto che altrimenti la sua opera costerebbe troppo per chi gliel’ha commissionata.

Ora esaminiamo il concetto di “economia circolare”; una economia gira solo se vi è l’energia per farla girare, come qualsiasi motore, e come per muovere il motore occorre immettere carburante, così esso si ferma nel momento in cui fermiamo l’erogazione.

Lo stesso assioma lo possiamo portare sui depositi bancari; tenere depositati i soldi in banca “per un domani” e “perché non si sa mai” equivale a fermare l’erogazione del carburante. Inevitabilmente l’economia decelera fino a fermarsi. Ma lo stesso esempio lo possiamo portare sul circolo sanguigno; un arto senza sangue è un arto morto.

Questo è il vero problema dell’umanità, l’egoismo. Già perché le affermazioni giustificative sopra menzionate sono tipiche di chi pensa solo a se stesso, o in buona fede ai propri figli. La Costituzione italiana poi non aiuta quando afferma “la Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme” (articolo 47) dato che chi si risparmia accumula; a proprio svantaggio, visto che non spende, a svantaggio dei propri simili, che non vedono denaro circolare, e a beneficio del terzo, la onnipresente banca! Lei diventa ricca poiché, nella sua concezione, più depositi ha più possiede ricchezza. Essa è il contenitore di valori umani, colei che li possiede e ci possiede.

Cito a proposito il grande Giacinto Auriti:

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Il Prof. Giacinto Auriti

Vedete, quando si riduce il tutta la realtà all’io pensante, non si può ammettere altra utilità che l’utilità dell’io e si confonde così il concetto di utilità con quello di egoismo.

E allora si rinnega il principio etico, perché il principio etico presuppone la dualità, cioè l’altruismo. E quando si realizza un tipo di cultura basata su queste premesse, la conseguenza è di considerare la legge etica come un derivato della legge economica. E quando si riduce l’etica a economia, la risultante è quella d confondere sacrificio etico con sacrificio economico.

E questa nuova pseudo religione è altamente potenziata e sostenuta da coloro che di tale sacrificio economico beneficiano: l’oligarchia del vertice politico o della società anonima che diventa Dio perché ad’essa l’umanità rivolge il proprio sacrificio…

E non possiamo più tollerare questo stato angoscioso di malattia mentale che pone allo sbaraglio non solamente la nostra nazione, ma le nostre famiglie, la nostra certezza del domani, il nostro incentivo all’azione e alla creazione dei beni.

Ecco perché dobbiamo tornare alla società organica, dobbiamo tornare ai criteri organizzativi naturali, basati sui nuclei famigliari.

…per legge di natura il padre ama la propria famiglia e da solo su questa legge dell’amore che si basa la vera sovranità.

…L’alterazione del fenomeno sessuale, per esempio. Ricordo che 10 anni fa all’Università di Roma tenni una conferenza che fece scandalo perché dissi che se si parte da una scelta di monismo filosofico, si arriva all’ermafroditismo.

Perché vedete, l’uomo è un’animale sessuato e l’accoppiamento tra l’uomo e la donna, grosso modo è un contratto. Il contratto presuppone la dualità.

…il contratto con se stessi, in termini di psicologia, si chiama solipsismo.

Il potenziamento di questo tipo di cultura è una strategia che serve alle classi dominanti, tanto è vero che in Italia, come tutto il mondo, chi lancia la moda sono i gruppi di potere attraverso i loro canali di comunicazione.

Un poeta tedesco, Johann Fischart, diceva che un satrapo per comandare meglio faceva fare agli uomini quello che dovevano fare le donne e viceversa, perché quando il potere politico si trova di fronte a dei mezzi uomini e a delle mezze donne, non si verificherà mai una rivoluzione capace di modificare l’ordinamento costituito.

La tecnica della femminilizzazione dell’uomo e della virilizzazione della donna è una tecnica che è uno stile di dominazione del nostro tempo perché impedisce le rivoluzioni giuste.

Nel nostro tempo una delle caratteristiche preminenti è la cosiddetta rivoluzione sessuale, in cui il sesso non viene inserito nella sua finalità naturale della continuità della stirpe, ma viene considerato al solo fine del soddisfacimento degli istinti in senso egoistico. Una volta ridotta tutta la realtà all’io pensante ne consegue così la negazione dei valori etici naturali.

E l’uomo viene bestializzato nella stessa misura in cui viene adesso fatto dimenticare il valore etico, che è in fondo l’unico che lo distingua dalla bestia.

Tratto da L’OCCULTA STRATEGIA DELLA GUERRA SENZA CONFINI di G. Auriti

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