A cura di Andrea Pilati
Immaginate di vivere in un luogo dove non pagate tasse, ma non si tratta del solito paradiso fiscale, dove regna il rispetto tra tutti gli abitanti senza distinzioni di razza, ideologia, orientamento, credo religioso. Una terra piccola ma sufficiente per 350.000 persone che hanno bisogno di un luogo dove finalmente esprimersi liberamente, grande 16 volte il Vaticano e 2,5 volte S. Marino. Il tutto in Europa…

Parlo di Liberland, terra contesa tra Serbia e Croatia, terra di nessuno, rivendicata da un attivista politico libertario di origini ceche di nome Vít Jedlička.
Ne hanno parlato freddamente e senza enfasi i quotidiani (QUI e QUI) ma da allora nessun reporter ha scritto altri articoli.
Scrive Ticino live:
La superficie attuale rivendicata dal gruppo di fondatori è di 7 (sette) kmq, un lembo di terra che si insinua perfettamente tra i due confini statali (in una specie di serpentina geografica), rivendicato dai due stati confinanti, Serbia e Croazia, e divenuto quindi “terra di nessuno”, almeno finché la disputa non sarà risolta, e si dubita possa accadere essendo trascorsi ormai oltre 20 anni dalla fine della guerra dei Balcani…
…Di solito chi ha simili velleità libertarie di autonomia, finora aveva scelto o terre assolutamente inospitali, come l’Antartide, o piattaforme petrolifere abbandonate in acque extraterritoriali, con le prevedibili difficoltà di riconversione in insediamenti urbani e di approvvigionamento, o isole acquisibili regolarmente per le quali poi si devono richiedere particolari concessioni di autonomia agli stati sulla cui giurisdizione ricadono, oppure, similmente alle isole, si sono limitati a fondare o rifondare delle città, con particolari statuti di autonomia giuridica e politica. Cumulativamente tutte queste iniziative nel corso degli ultimi decenni si possono contare sulle dita delle mani in tutto il mondo. Quasi tutte sono fallite, rimanendo solo sulla carta o come un vago ricordo, oppure sono progetti solo in parte realizzati.
Quest’ultima iniziativa, in ordine cronologico, ha maggiori possibilità di successo rispetto alle precedenti, sia dal punto di vista strategico che logistico, per una serie di motivi.
Questa la brochure che la pubblicizza:
Ancora non si sa quale sarà la moneta adottata, elemento indispensabile per verificare la reale “libertà” proclamata dalla terra occupata. Stiamo in attesa di sviluppi e la terremo sotto i riflettori. Per ora chi volesse ulteriori novità invito a visitare il loro sito: https://liberland.org