Votare con un clic

A cura di Andrea Pilati

Confesso di essermi documentato poco sui referendum autonomisti del Lombardo-Veneto. Perché, lo confesso, non mi interessavano. Confesso anzi che fino a ieri li reputavo irrilevanti, nel bene e nel male, salvo chiedermi come avrebbe reagito l’elettorato cispadano e quanto l’iniziativa avrebbe danneggiato – e quanto giustificatamente – la credibilità delle aspirazioni nazionali dei suoi promotori. Fino a ieri, appunto. Poi ho ascoltato il commento di Roberto Maroni alla giornata elettorale e mi si è accesa una lampadina, anzi una sirena antiaerea:

… è un sistema perfetto. Quindi è il futuro. Abbiamo sperimentato il futuro per l’Italia, per il sistema di voto che potrà essere utilizzato in qualunque elezione e io chiederò, ho già annunciato e preannunciato al ministro Minniti, che già le prossime elezioni in regione Lombardia possano utilizzare questa procedura. Abbiamo garantito oggi che funziona in tanti seggi diversi e in tante modalità operative diverse e abbiamo dimostrato che è sicuro.

Inizia così l’articolo apparso sul blog ilpedante.org che menziona il sistema utilizzato per la votazione al referendum sull’indipendenza economica lombarda. Il Sistema, quindi.

Io mi sono chiesto infatti come mai in Spagna tanto clamore per la medesima richiesta della Catalunya e in Italia il nulla. Ma non è che per caso questa messinscena altro non era che un esperimento elettorale creato per farci accettare il voto elettronico dominato dai soliti noti?

Allora, se questo è un indizio allora è un solo un indizio, ma due indizi sono un sospetto… Il terzo indizio, che sarebbe la prova, cerco di spiegarla qui. Ma andiamo a leggere il seguito dell’articolo perché è interessante:

Abbiamo sperimentato un sistema di voto elettronico che potrà essere il futuro del sistema di voto in Italia. Ho sentito questa sera poco fa il ministro Minniti per dirgli di questo risultato a urne… no, a voting machine chiuse, preparerò per lui una relazione dettagliata che gli invierò nei prossimi giorni e gli chiederò che il nostro sistema sia utilizzato in futuro, magari già alle prossime elezioni politiche.

Avete sentito bene anche voi? “Abbiamo sperimentato un sistema di voto elettronico”; ma l’esperimento era già partito con un altro partito (e scusate il voluto gioco di parole), il M5S di Grillo/Casaleggio.

Ma ancora prima abbiamo avuto un assaggio, perché i Governi dei governi partono sempre con mosse distanti tra loro, sia nel tempo che nello spazio. Non c’è da scomodare il cosmo, stiamo pure qui sul pianeta Terra ma andiamo a sentire oltre Oceano cosa accadeva tredici anni fa.

Correva l’anno 2004 e un certo Eugene Curtis veniva interrogato come testimone presso la Commissione parlamentare in merito ad un software in grado di truccare il voto in USA ai tempi di Bush.

Lo propongo qui:

Come ci ha detto il Sig. Curtis, la ditta presso al quale lavorava è la Accenture. Ora, sapete chi ha fornito i dati degli spogli elettorali nelle ultime elezioni, quando ancora in Italia si votava? Ve lo lascio immaginare…

Ma se volete sapere di più consiglio di leggere questo post riguardo alle elezioni in Italia nel 2006.

Ora, se con la nostra macchina del tempo torniamo ai giorni nostri, andiamo a vedere invece di quale software parlava Maroni, e soprattutto andiamo ad indagare sulla ditta informatica fornitrice, così da avere il terzo indizio ed avere le prove.

Parliamo della Smartmatic di proprietà del Sig. Mark Malloch Brown ma questo nome ci dice nulla. Se però andiamo a leggere il suo passato scopriamo che…

Ha ricoperto in passato i ruoli di vice direttore dell’Open Society Institute e del fondo Quantum dello stesso Soros, nonché di vice presidente del Soros Fund Management e, nei primi anni ’90, di consigliere nel Soros Advisory Committee in Bosnia durante gli anni in servizio presso la ONG Refugees International. Nel 1995 fonda la ONG International Crisis Groupgrazie alle ingenti donazioni dell’Open Society Institute e dello stesso Soros.

Nella sua lunga carriera istituzionale Malloch Brown ha lavorato per l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), la Banca Mondiale e il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP), di cui era amministratore quando, nel 2004, il neopresidente georgiano Mikheil Saakašvilivi attinse un fondo cofinanziato da UNDP e da Open Society Institute per «sostenere le riforme» del governo scaturito dalla rivoluzione delle Rose in cui lo stesso Soros avrebbe investito non meno di 40 milioni di dollari. Per avvicinarsi alla sede di lavoro, un anno prima Brown si era trasferito con la famiglia in una villa di proprietà di George Soros a Katonah, nella contea di Westchester, diventando così anche vicino di casa del miliardario ungherese. All’apice del suo percorso politico, nel 2006 ha servito come segretario generale aggiunto alle Nazioni Unite sotto il mandato di Kofi Annan e, dal 2007 al 2009, come ministro degli Esteri nel governo inglese di Gordon Brown.

Fonte: ilpedante.org

Che carosello di nomi noti… tra i quali spicca l’immancabile filantropo ungherese George Soros e la sua “creatura” la Open Society. Notare che, sebbene la Smartmatic non riceva fondi dalla Open Society, il suo CEO siede nel board della medesima. Magari sono un malpensante però a pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca.

Quindi, dopo questa notizia, per le prossime elezioni cosa contiamo di fare?

Un pensiero riguardo “Votare con un clic

  1. Manipolare i voti elettorali è, e forse è sempre stato, uno degli esercizi più usati dalla politica: che siano urne cartacee, cartoline inviate per posta, segnali di fumo o piccioni viaggiatori (nei tempi antichi attaccati dai falchi cacciatori, addestrati dai nemici).
    E non solo: per rinnovarci la memoria basta vedere le notizie fake, le denuncie, gli arresti e gli inquinamenti distruttivi (e distrattivi), avvenuti nelle recentissime elezioni Siciliane. E qui si trattava solo di una regione!
    Infine, per chi voglia rifarsi le sinapsi, rimando e consiglio l’articolo “Imbecillità elettorale” del grande Marco Della Luna, che potete trovare sul suo sito Cratesiologia.

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