UN MONDO TROPPO STRETTO – una bella favola moderna

Anche i racconti, le fiabe, le vignette ridicole sono uno strumento valido per alleggerire le Coscienze o per comunicare un messaggio che alimenti la Speranza. Questo che segue, scritto da un’amica che reputiamo con innato talento, è in linea con i nostri propositi. E quindi lo proponiamo volentieri:


 

UN MONDO TROPPO STRETTO.

Racconto di fantascienza: diario di un uomo libero.

mondo affollato

…Permesso, scusi, potrebbe farsi un po’ più in la?

Signore, per favore, mi farebbe passare?

Uffa, ma è possibile che questo mondo sia così affollato da non potersi muovere…

C’era un tempo, non molto lontano, in cui il mondo era veramente angusto e lo spazio era il bene più raro.

Nell’ordine dei bisogni, lo spazio, era addirittura al primo posto, ben più in alto della necessità di nutrirsi e di stare in una casa bella ed accogliente.

Gli individui erano talmente accalcati che era quasi impossibile per loro recarsi da un posto all’altro se non con ore di contorsioni e solo dopo aver conseguito un apposito permesso scritto.

Tutte le persone indossavano un vestito uguale, assolutamente di colore nero.

L’unica manovra che era consentita, senza dover richiedere il permesso, era quella di mettersi a testa in giù, ma solo per pochi istanti. (In fondo, che gli uomini fossero a testa in su o a testa in giù occupavano esattamente lo stesso spazio).

Sul capo indossavano un elmetto con un gancio che serviva per gli spostamenti necessari o d’emergenza.

Mi chiamavo LC985 ed al mio quinto compleanno ricevetti una lettera di convocazione sulla quale c’era scritto:

Egregi numeri da LC001 a LC999, con la presente lettera, siete convocati al cospetto degli amministratori del Pianeta per ricevere le istruzioni per il buon vivere, argomento che ci sta particolarmente a cuore per il benessere dell’umanità.

Confidando nel vostro senso civico vi aspettiamo senza defezione alcuna. 

La mamma, colei alla quale ero affidato, mi accompagnò alla convocazione.

Giunti sul posto ci accolsero delle persone dall’aspetto indefinito perché, a seconda del tipo di ospiti che dovevano ricevere, cambiavano fisionomia: se arrivavano dei bambini assumevano le sembianze di balocco, se arrivavano delle signore, si trasformavano in gentleman, se arrivavano degli uomini mutavano in Fata Turchina e se arrivavano degli anziani, in primari d’ospedale.

Chi fossero realmente nessuno lo sapeva.

Ci misero tutti in un grande salone, denominato “Aula Magna”, dove un individuo da un punto distante e poco illuminato, richiamò la nostra attenzione dicendo:

Esseri viventi di quest’aula siate i benvenuti.

Ormai avete raggiunto l’età della ragione e noi confidiamo tanto sul fatto che ne facciate buon uso.

Nel mondo in cui vivete non c’è più spazio e noi, preoccupati per le vostre sorti, vi invitiamo caldamente a seguire queste semplici istruzioni, elaborate da un pool di esperti universali unicamente per voi.

Chi non le seguirà, nostro malgrado, verrà espulso, allo scopo di salvaguardare il vostro Pianeta: 

Primo: dovrete occupare la posizione che vi sta per essere assegnata. Al massimo, per alcuni secondi, potete mettervi a testa in giù;

Secondo: ogni vostra conversazione verrà ascoltata dall’orecchio universale per la vostra sicurezza e incolumità;

Terzo: sono proibiti i pensieri che mettano in pericolo la vostra salute mentale. Gli eventuali pensieri nocivi verranno cancellati;

Quarto: i nostri incaricati provvederanno a nutrirvi con gli squisiti cibi che abbiamo preparato per voi;

Quinto: avrete la facoltà di essere curati dal consiglio supremo dei medici;

(Per ogni prestazione effettuata vi verrà richiesto un ticket che potrete corrispondere alla cassa collocata all’interno della nostra struttura);

Sesto: avrete l’onore di contribuire al benessere sociale con otto ore giornaliere obbligatorie di lavoro più altre otto di volontariato, per 16 ore complessive;

Settimo: distribuiremo dei buoni per i vostri svaghi e le vostre necessità e sarà nostra cura provvedere a quanto necessario per non farvi mancare nulla;

Ottavo: garantiamo che non avrete alcun pensiero che vi angusti e vi dia preoccupazione;

Nono, inderogabile ed assolutamente imposto dalle autorità: è assolutamente vietato starnutire.

Qualsiasi ulteriore vostra necessità dovrà essere valutata ed autorizzata da questo consiglio Planetario, come già espresso, unicamente al fine di salvaguardare i vostri interessi.

Uscendo siete invitati a fermarvi  alla reception per apporre la firma per accettazione.

Non è possibile lasciare questa sede senza che abbiate rilasciato il vostro consenso.

Certi di essere stati benevoli ed esaustivi dichiariamo l’incontro terminato.

Chiesi alla mamma se fosse assolutamente necessario tutto ciò e lei mi disse che in effetti, la carenza di spazio, imponeva le dovute regole. Le domandai anche per quale motivo fosse vietato starnutire e lei mi disse che non lo sapeva perché si trattava di un mistero che a nessuno poteva essere svelato.

Pensai che starnutire non era una scelta ma una necessità e mi domandai come sarebbe mai stato possibile trattenere uno starnuto.

Finì che firmai per il consenso obbligato, come fece anni addietro la mia mamma. In fondo lei non mi avrebbe mai fatto fare, intenzionalmente, una cosa che non fosse per il mio bene.

Uscendo salutai le persone che ci avevano accolto che, nel frattempo,  avevano preso le sembianze di scarponi e, voltandomi indietro, non potei non domandarmi come mai il mondo fosse così tanto piccolo e se non si trattasse invece di un colossale scherzo.

Una volta fuori mi sistemai nello spazio che mi avevano riservato che era tutto mio e nessun altro lo avrebbe potuto occupare. (Che fortuna che avevo avuto ad avere uno spazio tutto per me).

I giorni trascorrevano gli uni dopo gli altri e all’inizio mi sembrava fossero pieni di novità interessanti ma più il tempo passava e più mi rendevo conto che qualcosa non tornava. In realtà, probabilmente, non era tanto lo spazio per le persone che mancava, quanto quello per la fantasia: la mia vita diventava sempre più triste e non mi importava nemmeno più di non avere altro spazio per potermi muovere al di fuori di quello che mi era stato riservato.

A che cosa poteva mai servire lo spazio per me se nessuno intorno a me era libero di scegliere dove andare?

Quindi mi ricordai le parole del signore che parlò nell’Aula Magna, che disse che dovevamo usare la “ragione”. Ovvio pensai quel giorno: la “ragione” non può che avere ragione! E proprio nello stesso istante mi venne in mente che ci fu dato il permesso di stare a testa in giù per alcuni secondi, così decisi di provare a capovolgermi per provare l’emozione di vedere la realtà dal basso all’alto.

Che strana sensazione, pensai, e subito dopo mi rigirai all’insù perché questo capovolgimento mi faceva venire da starnutire e io sapevo che era assolutamente proibito starnutire.

Così ogni mattina mi mettevo un pochino all’incontrario, fino a che un giorno il vento, sollevando la polvere dal suolo, mi indusse proprio ciò che era proibito fare: un solenne triplice starnuto!

Eeeeeeeetciuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu! Eeeeeeeetciuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu!

Eeeeeeeetciuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu!

 

Per leggere il finale continua sul sito della fonte

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