Visto che siamo all’avanguardia, tutti ci invidiano l’inventiva e l’eclettismo, non perdiamo il tempo di dimostrarlo al mondo.
Esce oggi un articolo sul quotidiano La Verità, che potete trovare anche nella versione blog QUI , e riguarda un test statistico rivolto agli alunni delle terze medie e delle quarte superiori in territorio umbro.
Riporto una parte dell’articolo estrapolato dal blog:
Ricordo che il test è riferito a ragazzini di 12/13 anni ad adolescenti di 17 anni, maschi e femmine.
Mi chiedo ora: a cosa serve la famiglia? Non dovrebbe arrivare da lì l’esempio e l’educazione, soprattutto sessuale? Perché mai sottoporre ad un test del genere dei ragazzini e non i loro genitori, in forma volontaria? Ma soprattutto: perché il test?
Quale finalità potrebbe avere visto che, tra le domande, molte riguardano anche l’orientamento religioso e politico?
Per avere una risposta un po’ più chiara basta leggere sul sito arcigay.it il testo della indagine conoscitiva online.
L’indagine sulle persone LGBT+ nell’Italia contemporanea è un progetto dell’Osservatorio LGBT del Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università di Napoli “Federico II” realizzato grazie al lavoro del gruppo di ricerca dell’ateneo in sinergia con le associazioni LGBT.
Il sondaggio è del tutto anonimo e resterà aperto fino all’autunno del 2018. Consta di circa novanta domande sulle abitudini, i costumi ed i consumi delle persone omosessuali e transgender in Italia, e punta a fornire una fotografia sulle opinioni e sui comportamenti su argomenti quali la genitorialità, il coming out, la salute, i consumi culturali, ecc.
I risultati della ricerca saranno resi gratuitamente disponibili per le associazioni ed il movimento LGBT: i dati scientifici aggiornati sulla popolazione LGBT+ italiana potranno essere utili per orientare i decisori politici verso i propri bisogni reali e le proprie istanze.
Ho volutamente sottolineato la collaborazione con una università prestigiosa come quella di Napoli, per rimarcare come sia ormai diventato normale trovare un ateneo collaborativo, indulgente e permissivo nei confronti della comunità omosessuale. A Torino la ideologia LGBT è diventata tesi di laurea.
Se pare un’affermazione troppo irreale guardate cosa mi è arrivata tra le mani (niente per caso, di nuovo…)

Ricordo che, fino agli anni ’90 del secolo scorso, l’OMS riteneva l’omosessualità “malattia psicologica”.
Per comprendere quanto la politica sia consenziente verso la comunità LGBT basta leggere questo documento dell’UNAR, l’ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, scaricabile QUI. Ricordo inoltre che il direttore dell’UNAR, tale Francesco Spano, è stato pizzicato dalle Iene in quanto possessore di tessera associativa di un circolo di incontri gay, decisamente spinto. Naturalmente lo Spano dichiarava “…tessera avuta a mia insaputa”. Ma lo stesso circolo otteneva finanziamenti proprio dall’UNAR stesso. Quando si dice il caso…

Quindi alcuni tasselli del puzzle sono ben inseriti. Per politica infatti non si deve intendere i governanti eletti dal popolo, come ci fanno credere, ma i funzionari dei vari dipartimenti dello Stato. Sono loro che governano veramente e sono loro ad essere facilmente corruttibili.
Notare poi che le associazioni omosessuali in Italia non sono così numerose così come non sono così numerosi i loro associati. E quindi non si spiega come possa tale movimento ad avere tanta eco, tanto supporto dai media, al punto che pare che gli accoliti siano molto più numerosi. Semplice PNL e marketing mediatico.
A ragione di quanto il trattamento psicologico possa fare leva sulle masse riporto, per chi ancora non lo avesse visto, il grafico della Finestra di Overton, utilizzato quando serve fare passare una ideologia funzionale ad un cambiamento eterodiretto, ideologia inizialmente assolutamente inaccettabile; fino alla sua legalizzazione.
