A cura di Andrea Pilati
Questo è il resoconto della serata di ieri sera, giovedì 14 novembre, iniziata alle ore 21 e terminata alle ore 22:30 circa. Un lasso di tempo necessario ad ascoltare quello che il titolo descrive.
Una conferenza sul clima, partecipata da circa 200 persone nella biblioteca cittadina in quel di Biella e con un relatore, sedicente meteorologo ma, a tutti gli effetti, laureato in agro-meteorologia. Il relatore in questione ha esordito gettando preventivamente fango su chiunque avesse preso la parola, per alzata di mano, confutando le sue ipotesi e congetture sul clima, chiamate “riscaldamento globale” tacciandolo ancor prima di parlare di “negazionista”. Il medesimo relatore ha poi ammaliato ed indottrinato il pubblico infarcendo i discorsi, prima, di opinioni personali e poi di dati e risultati di ricerche a senso unico ma, soprattutto inducendo nel pubblico una paura che avrebbe dovuto, nelle intenzioni del relatore stesso e per sua ammissione, arrivare al terrore. Il medesimo personaggio, di fatto, ha auspicato che la gente, a riguardo degli ipotetici innalzamenti delle temperature medie del pianeta, provasse il medesimo terrore che ha provato l’umanità durante la Seconda Guerra Mondiale in modo da stimolare la conseguente ribellione verso un potere che alla fine non ha identificato. Chiaramente, nessuno degli astanti ha battuto ciglio e lo ha più volte applaudito.
smonta la bufala dei cambiamenti climatici
Quest’ultimo ha poi invitato il pubblico a ribellarsi anche contro quegli scienziati che non la pensano come lui nonostante siano essi dotati di titoli accademici di tutto rispetto fino ad arrivare al Nobel per la fisica. Non s’è esimato dal renderci edotti sul fatto che personaggi come A. Zichichi sono dei vecchi – testuali parole – che non hanno più nulla a che vedere col futuro e che pertanto non sanno di cosa parlano perché non hanno più a cuore le giovani generazioni… anche Rubbia allora è un vecchio bacucco? Costoro, a detta sua, andrebbero fischiati, soprattutto dalle nuove generazioni in quanto essi stessi sarebbero coloro che, tramite il loro diniego a sottostare ai dettami della scienza sul clima, metterebbero in serio pericolo il futuro delle prossime generazioni abitanti questo pianeta. Il presunto relatore scienziato, autodefinitosi tale per avere firmato una dichiarazione di 11000 suoi “colleghi”, ha poi affermato che, coloro che pongono dubbi sulla veridicità dei dati relativi al riscaldamento globale, sono, in fondo, sovvenzionati da tutte le industrie che producono energia elettrica attraverso idrocarburi e carbon fossile. Ragione per cui, per un conseguente parallelismo, anche tutti coloro che la pensano come il relatore, dovrebbero essere sovvenzionati dalle industrie che spingono per la produzione dei pannelli fotovoltaici, da coloro che producono le costose e inefficienti auto elettriche, e da tutti i governi che sono a favore di un inasprimento delle tassazioni verso i cittadini che non si comportano secondo i dettami ecologisti, emanati dalle congetture pseudo-scientifiche sui cambiamenti climatici di origine antropica.

Ma è noto che chi parla di fronte a un pubblico con in mano un microfono, spesso si senta come un Re sul trono con in mano uno scettro. Nessun contraddittorio è possibile di fronte a un regnante arrogante poiché, se fosse saggio, sarebbe dotato più di capacità di ascolto che di parola ed accetterebbe di buon grado qualsiasi confronto, vedendolo come fonte di crescita. L’esordio di colui che teneva il discorso è stato, invece, improntato sulla descrizione del personaggio “negazionista tipo”, come individuo affetto da narcisismo e mania di protagonismo, oltre che persona incolta e totalmente ignorante. Quindi non degna di essere ascoltata né, tantomeno, considerata.

Detto ciò, quello che ha più stupito ieri sera è stata l’ipnosi collettiva del pubblico, pendente dalle labbra del temporaneo proprietario del microfono al quale va comunque riconosciuto il merito di essere in grado di gestire la programmazione neuro linguistica (PNL, ndr) necessaria a fare accettare al pubblico intontito e telecomandato, mezze verità miste a palesi menzogne. Tra le tante possiamo menzionare quella relativa al movimento dei “gilet gialli” in Francia dove il relatore ha affermato che tale movimento si è sviluppato per via dell’aumento dei carburanti voluto dal governo Macron, con il fine di disincentivare l’uso indiscriminato dei mezzi a motore a scoppio. Il nostro protagonista ha poi continuato il discorso palesando, nemmeno tanto velatamente, la sua approvazione riguardo al governo Macron, omettendo accuratamente quanto lo stesso governo francese stia continuamente reprimendo, in modo violento e dittatoriale, le proteste dei gilet gialli che annoverano, purtroppo, tra le loro fila, moltissimi feriti e alcuni morti. Ma questo per il Global warming non serve…
Caliamo un ulteriormente pietoso velo sulle istanze del relatore in merito alle migrazioni che stanno avvenendo dall’Africa verso l’Italia, secondo il quale esse sono la conseguenza dei cambi climatici che stiamo vivendo. Ma i migranti non stanno fuggendo dalle loro terre per via delle guerre?
Altra peculiarità del nostro protagonista è stata quella di identificare i personaggi che potrebbero intervenire nel suo discorso con quelli che hanno titolo accademico inerente alle questioni di cui vorrebbero discutere. Detto ciò colui che parlava al pubblico ci ha magistralmente edotti su come gestire un’economia parlando di tassazioni (carbon-tax, n.d.r.), decrescita economica, investimenti e finanziamenti vari. Questi ultimi, naturalmente, sempre diretti verso le nuove tecnologie relative al fotovoltaico. Ma, qualcuno, dovrebbe far presente al relatore che il fotovoltaico tanto nuovo non è essendo tecnologia vecchia di almeno un centinaio d’anni. Il nostro protagonista ha poi continuato il suo discorso deviando sulla sociologia, aprendo scenari riguardanti la depopolazione mondiale, poiché l’umanità è chiaramente colpevole dello sfruttamento e del consumo indiscriminato delle limitatissime risorse del pianeta, ormai al collasso prossimo venturo. Non contento di ciò, ha poi dimostrato le sue doti accademiche parlando di politica, sociologia e filosofia. Va da se che, come affermato da lui stesso all’inizio del discorso, egli si sia autofornito dei relativi titoli accademici, come laurea in economia, scienze politiche, sociologia e filosofia. Considerato i suoi 53 anni bisogna dare merito alla sua propensione allo studio delle sopracitate scienze umanistiche.
L’arroganza del potere e l’ignoranza del sapere sono “doti” sparse a larghe mani in questa incolta società e non è limitata ai confini nazionali. Come un morbo si espande e s’insinua nelle menti di tutti coloro che accettano risposte preconfezionate senza porsi domande o sollevare sani dubbi da poter risolvere attraverso un sano confronto o una ricerca personale, magari percorrendo strade diverse. Certo è che con tale approccio il rischio è quello di incappare in diversi errori, di ritornare sui propri passi e ingoiare amari rospi ma, certamente, ha il pregio di evitare di seguire il pifferaio magico di turno che porta all’obnubilazione della coscienza.

Riferimenti:
Intervento di Carlo Rubbia al Senato della Repubblica
Affermazioni di Michael Grubb sul Times di Londra
Altri riferimenti presenti nell’articolo
http://www.allenergya.com/news/come-nasce-il-fotovoltaico-le-tappe-storiche/
sintesi della conferenza sul clima dell’altra sera
e lapsus froidiano della nostra piccola Greta
Ops…
Ah… quel vecchio bacucco di Rubbia che deve solo essere fischiato, già ormai 15 anni fa sosteneva che il solare era da sfruttare subito con la tecnologia del “solare termodinamico”, ma poiché non ci si può speculare, perché pare fosse troppo efficiente ed efficace come soluzione, non se n’è fatto più nulla. E pensare che una sola centrale basterebbe per coprire il fabbisogno di molte città…
https://www.lifegate.it/imprese/news/questo_e_il_solare_di_carlo_rubbia1
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