L’intento crea la realtà. Ecco come nasce una psicosi

A cura di Andrea Pilati

Dai microfoni della CBS Orson Welles, con la trasmissione radiofonica “La guerra dei mondi”, un radiodramma trasmesso la notte di Halloween, il 30 ottobre 1938, scatena la psicosi collettiva dell’invasione dei marziani. Un esempio di primo “contagio” del potere dei media.

Non l’ho scritto io ma è una citazione tratta dal sito www.raiplay.it che descrive il programma che ha reso famoso Welles negli anni 30 del ‘900. Qui il video:

 

Quella trasmissione scatenò tra gli ascoltatori una fobia di massa (non molti per l’epoca, sembra) al punto che lo stesso Welles fu costretto a scuse pubbliche per avere seminato il panico con una notizia totalmente inventata.Riprende la stessa idea anche il film “Sesso e potere”, incentrato su un ipotetico scandalo che coinvolge il presidente degli Stati Uniti. Ironia della sorte, pochi mesi dopo l’uscita del film, esce allo scoperto proprio quello che coinvolse la coppia Clinton/Lewinsky (quando si dice il caso…).Questi due sono i fatti più blandi e miti ma altri sono stati usati per manipolare le masse nel corso degli anni e fare ingoiare bocconi amari come male minore e necessario; ricordiamo in Italia l’urlo dei giornali “Lo spread, lo spread, fate presto!!” per giustificare l’ascesa al trono del premier tecnico Monti Mario, l’uomo dal cuore d’oro che ha salvato l’Italia dal fallimento capace di fare piangere persino una donna di marmo come la Fornero, che gli esodati ringraziano.Spread, fate prestoOra, questi esempi servono solo a comprendere come siamo facilmente direzionabili. Basta creare una realtà e, a farcela credere vera, è sufficiente solo l’informazione.Molti italiani ora sono chiusi nelle loro abitazioni, in quarantena volontaria, sicuri che il virus in casa loro non entri perché è un virus educato e gira solo all’esterno. Semmai, prima di entrare, bussa.Di una banale influenza si è fatta pandemia (pare lo abbia deciso l’OMS proprio ieri, prima del 15 marzo. Se così fosse i “pandemic bond” andranno nel PEF e i governi potranno richiedere prestiti d’emergenza alla banche per salvarci, ancora una volta) e l’informazione ha carpito gli animi dei più, facendo emergere in loro ataviche paure. Ho sentito amici dire “Ma se esco di casa, se vado in giro senza giustificato motivo, prendo la multa…, “mi fanno chiudere il locale, è penale!”, “ma si potrà andare a fare la spesa?”, “…e se mi fermano, cosa gli dico?”. E via di seguito…Abbiamo fatto caso quante parole negative, quante fantasie disfattiste? E se invece nessuno viene fermato, nessun locale viene fatto chiudere seduta stante? Ci vuole così tanto sforzo a pensare così? Non siamo forse noi i padroni dei nostri pensieri (e, quindi, del nostro destino)? A quanto pare no, siamo untori di noi stessi. Questo periodo è, invece, una manna dal cielo, per chi vuole fare pulizia dentro di sé, pulizia di paure. Ma per fare ciò bisogna mettere in conto che occorre affrontarle, quasi sfidarle. Se ho paura di uscire allora esco, tranquillo, senza pensare di essere fuori posto con la coscienza. Nessuno è un criminale, è solo un essere umano che vive bene all’aria aperta. Vogliono farci credere che siamo fuori legge, ma sta a noi non dare ascolto a queste urla; che non arrivano da fuori ma da dentro di noi, se ci facciamo caso.È una occasione, una opportunità, per comprendere come la realtà, in fondo, la crea la nostra immaginazione. La realtà inizia a materializzarsi nel momento in cui la osserviamo. Ce lo spiegano le recenti ricerche sulla fisica dei quanti, dove onde energetiche divengono istantaneamente particelle di materia nel momento in cui esse vengono osservate.

Quindi tutto esiste e si materializza solo nel momento in cui lo osserviamo. E si focalizza nel momento in cui gli diamo un nome. Ricordate “La storia infinita” (M. Ende)? Bastiano Baldassarre Bucci, il protagonista della storia, viene invitato a dare un nome alle cose ed esse diventano reali. Non era solo un libro per bambini, come, spesso, ci vogliono far credere. In quel libro c’è tutta la profonda conoscenza di un Jorge Luis Borges.

Siamo proprio sicuri, quindi, che ciò che abbiamo alle nostre spalle, stia ancora esistendo dopo aver voltato lo sguardo? La stessa cosa accade con una malattia. Molti dei nostri lettori hanno conoscenza che un malessere fisico nasce prima nel campo eterico psicologico, e poi si manifesta nel fisico. Anche l’arrivo di un virus, per esempio; lo attraiamo noi, con i nostri timori di bassa energia mentre l’entusiasmo lo allontana o lo debella. Lo dimostra il fatto che, quando siamo coinvolti in qualcosa di impegnativo che ci gratifica, difficilmente ci ammaliamo; di solito accade dopo.
In questo periodo, molto costruttivo se lo sappiamo cogliere e valorizzare, veniamo messi alla prova nelle nostre convinzioni, quelle che abbiamo sempre esternato con tanto fervore.
Molto spesso abbiamo affermato di essere concordi con il vivere “qui e ora”, di saper dominare i pensieri, di non farsi scoraggiare, di non guardare i problemi ma trasformarli in opportunità, di dare la giusta informazione al campo di energia intorno a noi (i campi morfici). Ma, ora, nella pratica, moltissimi che millantavano un certo equilibrio, una certa spiritualità, dimostrano a se stessi quanto effimera era la loro convinzione. Solo parole vuote…
Chi pratica arti marziali, o comunque arti evolutive, è il primo che può comprovare a sé stesso quanta fede ha in quello che coltiva. Nello Zhineng QiGong, per esempio, si menziona spesso il campo energetico dal quale prendere tutte le informazioni per il proprio caso personale, ripetendo a se stessi, nelle gestualità, “io sto bene”. Ottima pratica, salutistica ed efficace ma, come tutte le pratiche, funziona solo, e solo se, ci si crede veramente in ciò che uno afferma. Parlando, noi parliamo alle nostre cellule, le quali ricevono un messaggio e si attivano di conseguenza. È comprovato come lo stato d’animo stimoli le ghiandole interne a secernere sostanze che interagiscono direttamente con il nostro sistema immunitario; e quando ricevono uno stimolo verbale, che non coincide ad una reazione pratica, allora accade un inevitabile dissonanza che crea un cortocircuito ed attiva una reazione debilitante nella nostra chimica. Provate a fare una promessa ad una persona e, poi, nei fatti, smentirvi clamorosamente. Come vi vedrà da lì in poi quella persona? Resterete affidabile? Credo di no…

Quindi il consiglio da tenere in conto è onestà verso noi stessi, non c’è niente di meglio che dirsi la verità. Profuma di coraggio.

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