A cura di Andrea Pilati
Vi voglio raccontare una storia che sembra nulla c’entri con il pesante momento che viviamo nel mondo. E, invece, non è così. Vediamo perché.
Italia, anno 1981. Parlo del Paese in cui ho scelto di nascere e, per ora, vivere. In altri, la storia è andata per altre strade ma con lo stesso fine, sotto una regia globale che ora ha mostrato la sua faccia e soprattutto il suo potere; e il suo fine. Sfacciata, si è piano piano mostrata quasi timida ma consapevole che la maggior parte degli abitanti della Terra erano in suo possesso. Degli altri non si è curata, non gli interessano, anche se saranno loro a fare la differenza. Ma continuiamo… Quindi, dicevamo, siamo in Italia, nel 1981.
In quell’anno il governo decretò la separazione tra Banca d’Italia e Tesoro, aprendo, così, la strada all’acquisizione della proprietà della moneta da parte dei privati, cioè, delle banche private. Fino ad allora la moneta, la Lira, era di nostra proprietà, pagabile a vista al portatore, come c’era stampato, per chi, curioso, si dilettava a guardare i dettagli su quel pezzo di carta. Ma non sapevamo di certo cosa significasse… E lì è stato il primo grosso errore.
Anno 1993, un ladro entra in banca… Sembra l’inizio di una barzelletta o di un fatto di cronaca di poco conto e invece avviene che un tipo con il cognome che non lo rappresenta, un certo Amato, effettua un prelievo forzoso sui conti correnti degli italiani, nella misura del 6 per mille, per salvare le casse dello Stato. Cose che succedono, se non possiedi la possibilità di produrre tutto il denaro che serve. Ma questa è storia vecchia… o no?
Anno 2002, “lavoreremo un giorno in meno guadagnando come lavorassimo un giorno in più” ci cantava Romano Prodi dai balconi di palazzo Chigi, colui che nell’Euro ci ha traghettati ma non sapevamo che eravamo sulla barca di Caronte. E così, con Prodi, siamo approdati, scusate il gioco di parole, sulla soleggiata e lussureggiante spiaggia dell’Euro. e, da allora, abbiamo lavorato un giorno in più guadagnando come se avessimo lavorato un giorno in meno. Era solo un errore semantico.
Anno 2011/2012 caduta governo Berlusconi e ascesa al potere del tecnico non eletto Mario Monti. Forse i Maya lo avevano predetto ma non siamo stati attenti e così ci siamo trovati tra le braccia salvifiche di un rettore della Bocconi che non conosce i Massoni, a suo dire, ma è in grado di fare piangere una donna, tale Fornero, addirittura durante una conferenza stampa. Ma io, che ancora non sapevo, plaudivo la sua ascesa al trono, perché, di un elemento da camera da letto come Silvio, non se ne poteva proprio più. Meglio il rigore; e Monti non si è tirato indietro, lo ha calciato e ha fatto goal nei nostri portafogli.
Da allora il seme piantato ha fatto crescere altre piante senza che nessuno le volesse, infestanti ed arroganti, sprezzanti della Costituzione e degli elettori, tanto da prendere il potere come si passassero il testimone ad una gara. Letta, Renzi, Gentiloni, un conte niente meno, che stringe pubblicamente patti con Soros, colui che, al tempo di Amato, aveva fatto crollare la Lira e aperto la strada al prelievo forzoso del 6 per mille. Già sentito, vero?
Il resto è cosa nota:
Elezioni e prova di governo M5S e Lega, con Giuseppe Conte come premier ma, dopo poco più di un anno, la crisi in famiglia fa cambiare l’esecutivo, meno che il vertice. Rimane il primo ministro Conte con un rimpasto al governo a partire dagli inizi di settembre del 2019 in poi.
Poi…
Anno 2020, prende il potere un essere nanoscopico, nemico invisibile del suolo italico, che afferra una corona e si impadronisce dei popoli della Penisola e delle loro attività. Conte, impotente (dal punto di vista politico, intendo) prende, a sua volta, il potere di tutta Italia e di tutti gli italiani e delle attività produttive e commerciali. Scacco matto alle PMI, altrimenti impossibile con i consueti mezzi della semplice leva finanziaria.
“Bene e fino a qui non hai scritto certo qualcosa di nuovo” direte voi, giustamente. Ma ho fatto una riflessione, prima di scrivere, e l’ho accennata all’inizio.
Innanzitutto un governo conosce perfettamente i conti dei suoi cittadini e sa fino a dove spingersi per prelevare i loro soldi senza che essi si ribellino più di tanto. Nel 1993 non c’era Internet ma i soldi sui conti correnti erano in chiaro per il governo delle banche. Che poi riferisce al suo braccio armato, il governo politico.
Poi ho parlato di un personaggio estero che ha messo le mani sui soldi degli italiani, e non solo, uno che ha a che fare con gli speculatori internazionali, essendo lui stesso uno speculatore. E loro non hanno pietà, calpestano vite e ci scommettono sopra, su quanti rimangono vivi e quanti no. Ma la cosa che più fa pensare è il modo con il quale viene condotta la regia; ogni Stato è una persona con una sua personalità e per ognuna vi è un modo specifico per sottometterla. L’Italia è sempre stata difficile da dominare; riuscivano solo in parte, colpendo solo alcune categorie; ma essa è troppo frammentaria, troppo diversa per essere costretta con una azione standard, ad ubbidire nel cedere tutti i suoi beni. E poi, troppo anarchica.
Così hanno provato la tecnica del “ti chiedo troppo per chiederti meno”. Ha iniziato l’esperimento sociale il tecnico Monti, mettendo a ferro e fuoco le finanze delle tasche degli Italiani. E questi si sono ribellati, riversandosi nelle rotonde alla francese per fermare il traffico, ignoranti del fatto che si stavano, però, ostacolando a vicenda. Ma una buona notizia fu che anche le forze dell’ordine si unirono alle dimostrazioni, si tolsero i caschi e si fecero popolo. Fu uno splendido esempio…

Poi venne la volta dei vaccini, obbligatori chissàperché. Di punto in bianco il morbillo si fece mortale e divenne “mortillo”, mietendo vittime tra grandi e piccini prima, e immunodepressi dopo. Cosicché, per fermare l’epidemia, di vaccini ce ne volevano dodici, obbligatori, con multe e divieti di accesso alle scuole. Ma un coro di proteste si levò e il magnanimo governo arrivò alla giusta dose di dieci vaccini e pene meno aspre. Ma sempre pene erano, e le scuole precluse. “Obbiettivo raggiunto signore” pare sentirli dire.

Poi, però, rimaneva il comparto produttivo, non svendibile in blocco. Troppe micro imprese in Italia. Anche fiscalizzando al massimo, siamo quasi al 70% di tasse dirette e indirette, l’italiano è sempre riuscito a cavarsela, ad adattarsi. Certo, ci sono stati suicidi, e questa è cosa alquanto spiacevole. Ma era stato certamente previsto.
No, non bastava. Per acquistare il “blocco Italia” andava trovata una soluzione univoca, letale, rapida, che bloccasse tutto.
Così, un bel giorno, bussò alle porte del governo un patogeno e gli diedero subito carta bianca, e un nome in codice, come quelli che si danno agli agenti segreti.
L’Italia viene bloccata per mesi, almeno sei, come da Gazzetta ufficiale, l’economia azzerata e la popolazione rinchiusa agli arresti domiciliari, tenuta sotto scacco da decreti che protraggono il carcere di settimana in settimana, tanto da abbassare morale, speranza e sistema immunitario, sagace arma psicologica di dominazione di massa. L’antico bastone e carota funziona sempre.
Tutto chiuso, quindi, ma la Borsa viene lasciata aperta, per mostrare ai borseggiatori… ops, ai mercati e agli acquirenti compagni di Soros, il paniere di offerte imperdibili da tre per due, del noto Made in Italy.
Il resto è storia odierna ma possiamo vedere come i vari decreti del Conte siano stati sempre più stringenti in coro e sintonia con gli starnazzi dei giornalisti, i titoli cubitali dei rotocalchi, le reti unificate contro la pandemia decretata dall’OMS. E intanto virus e colleghi mietevano vittime prima sane, poi malate, poi anziane, poi giovani, poi asintomatici, poi tampone positivi, poi tamponi falso positivi, e via, via , sempre più in là, in una escalation mista tra paura e confusione, quelli sì, visibili e palpabili e, soprattutto, altamente mortali.
E, intanto, il governo continua a varare decreti su decreti, spostando date, rendendo incerto il clima, alzando la tensione, stringendo morse sulle libertà… Quindi tasta il polso della situazione, monitorando il disagio sociale per vedere fino a quando la rana rimane bollita.

Così anche per le multe, che prima rientravano nel penale, sporcando, così, la fedina penale del cittadino restringendogli le libertà nel futuro, passano come sanzioni amministrative, accontentando un po’ tutti; ma, soprattutto, chi le ha emanate.
Multe molto più elevate per chi viola le restrizioni imposte dal Governo nell’ambito dell’emergenza coronavirus. Il Consiglio dei ministri ha approvato oggi, martedì, un decreto in virtù del quale da questo momento in poi chi uscirà di casa senza un giustificato motivo verrà punito con una sanzione amministrativa da 400 a 3.000 euro (mille in meno dei previsti dalla bozza)
Fonte: https://www.laleggepertutti.it/380837_coronavirus-le-multe-previste-dal-nuovo-decreto
Capito, allora, come si muove in Italia un governo etero diretto? Ti minaccio tanto, tu ti ribelli e poi ti accontento, e ti abbasso la pena come vuoi tu; che poi è come già avevo previsto io e tu sei soddisfatto, ma sedato. Funziona, no? È una tecnica collaudata di manipolazione sociale.
Per meglio chiarire questo concetto, e di come si possa applicare a tutta una massa, presento questo breve filmato che è veramente illuminante se non inquietante:
Come possiamo fare per non rimanere vittime di tutto ciò? La soluzione non è fuori, mai. È solo dentro noi e riguarda il nostro approccio a ciò che capita all’esterno. Mi viene in mente uno spartiacque: colui che riesce a passare indenne nel mare burrascoso degli stati emotivi domina gli eventi e non ne viene coinvolto. Come insegna il racconto su Mosé e le acque del Mar Rosso, abbiamo oggi la possibilità di mettere alla prova i nostri condizionamenti, di scoprire le nostre paure e comprendere come mettere loro le briglie.
E questo è possibile in modo più efficace in una condizione come questa. Prendiamo il meglio e ne usciremo più forti che mai, pronti per progetti più importanti e di meritevoli premi.
C’è da ricostruire l’Uomo, e questo è il momento migliore.