Il potere di un sindaco

A cura di Andrea Pilati

In tutto questo marasma giuridico, dove diverse figure si rimpallano responsabilità e si arrogano il diritto alla reinterpretazione di atti amministrativi in chiave peggiorativa, siano essi sindaci, presidi, governatori, prefetti, questori, ecc. ecco in lontananza brillare fari di speranza in individui che dell’uomo hanno ancora il coraggio, quello delle scelte contro controcorrente; non per ignorante arroganza ma per ponderata intelligenza.

Così abbiamo il sindaco di Santa Lucia di Piave, in provincia di Treviso, Riccardo Szumski, medico, che si arroga il diritto di scrivere una lettera indirizzata a Conte, Zaia, e Azzolina (non credo serva dire chi sono) per renderli edotti sulla disastrosa condizione epidemiologica del paese da lui amministrato. Questa la lettera datata 5 giugno:

Chissà se il valoroso sindaco ha avuto risposta…
Il marito della Ferragni; è quello a destra, nel 2019 (prima che le mascherine diventassero… “di moda”)

Provo ad azzardare una ipotesi: credo che il sig. Conte non lo abbia nemmeno considerato perché troppo impegnato a contattare persone di elevata statura morale e intellettuale come il marito della Ferragni… tale…non ricordo… dunque… ce l’ho sulla punta della… aspetta, aspetta…, si chiama…

Sempre lo stesso sindaco il 16 agosto si premura di manifestare il suo dissenso circa l’ordine del governo di instaurare il coprifuoco (da cosa?) dalle 18 alle 6 del mattino; pena le solite multe e le solite vessazioni da parte delle Forse di pubblica sicurezza. E lo fa senza mezzi termini in un post pubblico su Facebook:

Altro sindaco che ha fatto parlare di sé è Vittorio Sgarbi, colui che è stato almeno un paio di volte trasportato a forza fuori dal Parlamento reo di non avere indossato il distintivo identificatore fatto di tessuto azzurro, da apporre su bocca e naso.

Nel suo Comune ha emesso una ordinanza che multa chi INDOSSA la mascherina senza giustificato motivo. E come dargli torto.

L’ordinanza firmata dal critico d’arte si richiama alla legge degli anni Settanta che vieta “l’uso di caschi protettivi, o di qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo”. La legge richiamata è la 152 del 1975 novellata dalla 155 del 2005

Qui il testo di legge menzionato da Sgarbi, estrapolato dalla Gazzetta ufficiale:

Testo di legge 152/75
Emendamento della 152/1975 presente nella 155 del 2005
Matteo Camiciottoli, sindaco di Pontinvrea, riconfermato l’anno scorso

E, siccome a coraggio risponde coraggio, ecco farsi strada un altro sindaco, all’attacco dell’ultimo, insensato, assassino DPCM creato per uccidere le imprese e disperare le genti perse. Sto parlando di Matteo Camiciottoli, sindaco di Pontinvrea (Sv), che ha coraggiosamente, mi ripeto, emanato un’ordinanza con la quale permette ai locali di rimanere aperti fino alle 23:00.

Qui di seguito l’ordinanza, prelevata dal sito del Comune:

Naturalmente la reazione del rappresentante del governo non ha tardato a farsi sentire e il prefetto ha pensato di agire verso questo scellerato amante dei suoi cittadini. Lodiamo l’iniziativa del sindaco che, caso pressoché isolato e isolato da tutti gli altri, ha ritenuto che fosse meglio tornare sui propri passi revocando l’ordinanza “salva locali”. Forse a ragione di una telefonata convincente, di una letterina dissuasiva, di velate minacce… Chi lo sa. Fatto sta che una nuova ordinanza ha fatto capolino nell’albo pretorio del Comune di Pontinvrea, annullando la precedente.

Beh, almeno i suoi cittadini hanno potuto godere di nove giorni di libertà.


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