A cura della redazione
Noto con rammarico, ma spero di sbagliarmi, che in questo anno le frustate che abbiamo ricevuto non abbiano sortito l’effetto sperato, ossia quello di prendere una decisione, una volta per tutte, nel cambiare radicalmente vita. Molti di quelli che hanno inteso cosa accade e cosa accadrà hanno ancora nell’animo un filo di speranza (mai nome fu più abusato in questo periodo) affinché le cose tornino alla precedente situazione. Ce lo hanno detto in tutte le salse; NO non sarà più così. Cosa porta questo atteggiamento quindi? PRoviamo a ragionare insieme.
Se prendiamo a esempio il fatto che magneticamente attiriamo e respingiamo eventi e persone a noi affini oppure a noi repulsive, lo stesso succede con tutte quelle entità formate da energie sottili che, sebbene invisibili ai nostri limitati occhi fisici, non significa che non esistano. Se poi queste entità sono in grado di aprire le porte a tutti quelli che, bussando loro, dimostrano di avere la volontà di riscattarsi dalla propria prigionia e sapersi adattare agli eventi in conformità alla propria esigenza di evoluzione, allora diventa tutto più facile. Basta crederci; la fede fa miracoli.

Un faro indica a distanza una direzione verso la quale, chi naviga, si dirige. Per indicare la direzione il faro deve continuamente emettere il fascio di luce, pena errore di rotta del navigante. Se poi immaginiamo che di fari ve ne siano più di uno all’orizzonte, e che uno di questi sia funzionante a intermittenza, con lunghi periodi di inattività, è logico pensare che chi dirige il timone cambierà direzione verso segnali più affidabili. Il faro è ognuno di noi, la nave è un’Arca di salvataggio, diretta verso chi richiede aiuto.
Prendiamo in considerazione che il faro intermittente sia in questa condizione per via della scarsa manutenzione dei responsabili. A volte si ricordano, a volte se ne dimenticano, si fanno prendere dalle necessità personali. Poi, quando qualcuno fa loro notare che la nave, che dovrebbe attraccare al porto grazie a quel segnale, è quella che porta loro il cibo; ed ecco che allora si danno un gran da fare per rimettere in funzione il segnalatore. Come sempre ricevono il lampeggio di risposta della nave mercantile e si compiacciono del fatto di essere notati. Ed è allora che il loro entusiasmo e la loro intraprendenza ridiscende verso la sicurezza, e si acquietano. Così si riaddormentano gli animi e, di nuovo, il faro, senza l’alimentazione degli animi svegli, perde la sua luce.
Questo accade, nei momenti in cui c’è da dimostrare a se stessi di essere in grado di ardere e di meritarsi premi per l’impegno profuso. Invece i premi si pretendono senza dare tanto di più di sè.
Nei momenti di crisi, come quello che stiamo passando, c’è solo da approfittare e reagire dandosi uno scossone, perché in gioco c’è la vita e non parlo di perdere il corpo (quello è comunque sempre un prestito datoci dal pianeta Terra) ma quella parte che esiste sempre e non conosce morte, e l’antitesi di morte non è vita ma nascita.
C’è da rimanere interdetti nel vedere tanto lassismo nonostante tutto il male che viene elargito a piene mani da coloro che di male si nutrono. Ci vogliono le crisi per reagire (crisi, al pari di “eresia”, significa “scelta”), per rendersi conto che la vita è movimento incessante, mai fermo se non allo zero assoluto, praticamente impossibile da raggiungere perché sarebbe come spegnere Dio, fautore del movimento, vibrazione eterna, dalla quale emana tutto il visibile e l’invisibile. E noi a corrergli dietro, convinti di raggiungerlo e sorpassarlo, mentre Lui è lì che invece ci aspetta, compassionevole, sempre pronto a farci capire la strada giusta da percorrere, quella che porta all’entusiasmo, a portarlo dentro, come lo stesso termine ci indica.
E invece siamo ancora propensi ad addormentarci, ancora non ci sono bastati i militari per le strade come al tempo del regime, i morti finti, i delatori per le vie e dietro le finestre, le denuncie, i sequestri di persone innocenti, le imposizioni e i divieti, gli incontri sociali divenuti illegali, gli accessi interdetti, i viaggi negati, i morti bruciati, i morti creati, i pazienti uccisi, le multe comminate, i TSO punitivi, le leggi disattese, i messaggi mistificati, i giornalisti venduti, i politici corrotti e codardi, i disoccupati crescenti, le attività fallite, chiuse e mai più riaperte, i progetti dissolti e gli animi spenti.
La richiesta di questo tempo è il mantenere accesa la fiaccola ardente dentro ogni singolo essere umano; senza quella il faro è senza luce e nessuna forza celeste potrà venirci in aiuto ad aprire porte se non siamo noi a dimostrare Loro di averne urgente bisogno. Le cose potrebbero cambiare radicalmente già domani, se solo buttassimo il cuore al di là dell’ostacolo. Ostacolo che continuiamo a mettere noi, coltivando i nostri limiti. La paura serve agli Altri (gli oscuri), il coraggio serve a noi.