E se la prossima pandemia fosse solo uno specchietto?

A cura di Andrea Pilati

Ciao, cari lettori, come state? Ripresi dal contraccolpo di due anni di pura follia? Tornati al lavoro, senza più limiti, nè certificati di buona salute asintomatica? Non se ne poteva più, finalmente si può tirare un respiro di sollievo…

E basta poi con tutti questi chiacchieroni da PC che millantano saccenza e preveggenza e dipingono scenari pandemici prossimi a venire. “Perché lo ha detto Tizio, lo ha scritto Caio… È nella loro agenda…”.

In parte è così, ce lo mostano con sfacciataggine, mettendocelo davanti senza più alcun filtro, addirittura ne fanno didattica scolastica per i ragazzini delle scuole medie.

Facciamo così, dai, facciamo finta che ci dicano giustamente le cose come stanno ma con un diverso soggetto, una diversa lettura grammaticale del periodo. Poniamo il caso che per Loro il virus sia solo qualcosa che deve essere “virale”, ossia in grado di alimentarsi e di diffondersi a causa del corpo ospitante, non in grado di riconoscerlo e annichilirlo ma di provarne timore al punto da permettergli di penetrare i gangli più profondi della propria psiche. Mettiamo il caso che per Loro il termine “virus” sia solo una condizione di vita dedita alla paura della morte… Bene, allora qualsiasi messaggio che stimoli paura può essere considerato un virus. Nella Gnosi si definiscono con il termine “larve” tutte quelle forme pensiero delle quali gli esseri umani, con poco anelito al risveglio, rimangono vittime. E Loro lo sanno, eccome… Per due anni hanno sparso terrore invisibile nelle menti della popolazione mondiale, stimolando in essa un relé in grado di indurre, oggi, una condizione di vita che ha la parvenza della normalità ma che, invece, la tiene sospesa in una sensazione di ansia senza fine, come una vittima con il carnefice perennemente dietro l’angolo.

Loro amano prendere di sorpresa le Loro vittime, la maggior parte della popolazione mondiale, perché godono della sofferenza che essa emette nei momenti di forte stress.

Detto ciò non pare assurdo, che ciò che vorrebbero preparare a fine estate, sia così sfacciatamente logico, spudoratamente evidente?

Ma allora che piano potrebbero avere nel breve termine?

Io propongo di guardare in cielo…

…e poi di guardare a terra…

Poi farsi una domanda: “E se invece che indurre una limitazione nell’importazione del cibo, creassero le condizioni affinché esso non lo si possa produrre in loco, danneggiando i raccolti?”

Nessuno può obiettare sul fatto che le condizioni climatiche indotte abbiano recentemente portato l’estate a soppiantare la primavera e nessuno può obiettare che ad azione corrisponda una reazione, specialmente da parte della flora. Creare una sottoproduzione alimentare, magari inducendo anche qualche fenomeno meteo estremo (lo hanno già fatto, più volte), è per Loro una mossa conveniente perché non ha un diretto colpevole fisico e provoca lo scatto del relè della paura verso qualcosa di altrettanto ignoto e incontrollabile; prima era il virus, ora la ribellione del pianeta.

A meno che vogliano far credere che, anche per i cambi climatici, la colpa sia da attribuire a Putin… e non mi stupirei se arrivassero a tanto.

Sì, secondo me, ci sarebbe ancora una gran parte di popolazione disposta a crederci. Se, in Italia, sono arrivati a creare frotte di proseliti seguaci di uno con una sardina come simbolo… o di una studente scioperante incapace di sorridere… Direi di sì, ci sono ulteriori margini di peggioramento tra le logore coscienze.

Qual’è, quindi, l’intenzione di questo testo? Non di creare allarmismo ma di prendere coscienza che se Loro sono in grado di sorprenderci è perché noi glielo permettiamo con il nostro lassismo e la nostra scarsa capacità di responsabilizzarci e prendere in mano le redini per dare una svolta alla storia, la nostra storia. E come? Rendendoci il più possibile indipendenti proprio da Loro, sotto tutti gli aspetti, dalle attività ai trasporti, dalla scuola al cibo, dall’energia al denaro; allora, e solo allora, saremo sulla buona strada. E, vi prego, iniziamo a crederci: altre forze si accorgeranno di noi e ci daranno una mano a raggiungere lo scopo. In modo inaspettato, sorprendendente e oltre ogni misura. Se lo faremo in modo intelligente Loro non avranno possibilità di ostacolarci.

Che ne dite, scendiamo dal Titanic?

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