L’ora delle monete complementari

A cura di Andrea Pilati

Il 17/18 settembre siamo stati invitati a Bolsena per il partecipare al Festival internazionale della moneta alternativa, nel quale abbiamo avuto l’onore di confrontarci con personalità di alto livello come Ugo Mattei, Vito Umberto Vavalli (inventore tra l’altro della RID bancaria), Richard Werner (inventore del famoso “Quantitative Easing”), il docente Guido Giacomo Preparata, Carlo Mancosu, fondatore di Sardex, e altre personalità di larghe vedute.

Convento di Santa Maria del Giglio, sede ospitante l’evento. Una meravigliosa cornice nei pressi del lago di Bolsena

È stata una esperienza veramente accrescitiva che ha consolidato ulteriormente le conoscenze sulla moneta e, nel caso delle monete complementari, le scelte da fare sul territorio in cui si opera in base alle sue esigenze e peculiarità. Si è parlato soprattutto di SCEC, Sardex e Monethica.

Visto l’interesse che suscita il “parlare di moneta”, propongo ora una selezione di monete complementari che si trovano sul territorio italiano (ne circolano circa venticinque!), indicando i vari aspetti e caratteristiche. Un modo per avere una più chiara visione su questo strumento ma che, come sempre menzionato in questo sito, non può prescindere dal legame intrinseco con il valore dell’essere umano che lo utilizza.

Partiamo dal presupposto che, essendo la moneta la valorizzazione di un bene o servizio offerto, essa non misura solo quanto offerto ma prima di tutto l’offerente, visto che senza di esso essa stessa non potrebbe esistere. Se fossi un artigiano essa mi servirebbe a valorizzare la mia opera in base alla qualità e alla passione impiegata per produrla, e che il cliente onesto potrà apprezzare; in questo modo apprezzerà me, non l’oggetto. Ma ciò succede anche se, per esempio, vendessi armi, droga o merce rubata; essa avrà in sé il mio valore energetico negativo dettato da puro egoismo e da un animo criminale, perdendo quindi il senso di riconoscimento del positivo valore umano che la fa circolare, alla base di una corrispettiva crescita di una società sana. La moneta, quindi, è di per sé neutra, come qualsiasi energia.

Detto ciò, se la moneta misura qualcosa che circola, si converrà che non ha senso che venga elargita a chi non offre qualcosa di sé. Fatto salvo per chi non possiede la capacità oggettiva, sia esso un’anziano oppure un disabile.

Fino a qui dovrebbe essere tutto piuttosto chiaro…

Ora fissiamo dei parametri con i quali confrontare i vari strumenti monetari, ponendo delle domande:

È LEGALE? È SEMPLICE? È FACILE SPIEGARLA A CHI LA DOVRÀ USARE? HA UN TESSUTO DI SCAMBI ESTESO? È DISPONIBILE SOPRATTUTTO IN CARTACEO? PUO’ ESSERE USATA SIA DA CLIENTI CHE DA DITTE INDIFFERENTEMENTE? HA UN SOFTWARE AFFIDABILE? È PUBBLICA PER IL PUBBLICO? È CONVERTIBILE IN EURO? È GRATUITA?

Ricordiamo che la moneta è un mezzo e come tale deve essere semplice da spiegare, come a un bambino; quando diventa un esercizio di stile diviene simile a quella grande fetta di arte moderna che altro non è che un atto mentale che ci allontana dal suo stesso senso; l’arte e la moneta come veicolo per l’evoluzione della Coscienza.

Iniziamo ora a presentare una carrellata di strumenti monetari, con differenti approcci più o meno validi, a seconda della esigenza che si vuole soddisfare, tenendo conto i concetti esposti in maiuscolo.


SARDEX

Sito: https://www.sardexpay.net/cosa-e-sardexpay/

L’attività vera e propria di Sardex parte nel 2010 grazie a un investimento iniziale di 40 mila euro per lo sviluppo della piattaforma tecnologica.

Dal loro sito si legge:

La nostra prima sede è stata la cucina di nonna Elvira, a Serramanna, dove 5 brillanti ragazzi hanno voluto venire incontro alle difficoltà delle piccole imprese locali. Con i loro studi e la loro formazione universitaria hanno dato vita a una moneta complementare, il Sardex. Da quei giorni nel 2008, duri come ogni inizio, siamo arrivati a oggi con più di 10.000 imprese iscritte in tutta Italia.

Il Sardex, come si evince, è uno strumento nato inizialmente per le partite IVA. Si accede tramite iscrizione annuale con il pagamento di un canone e si acquisiscono crediti in Sardex in base al fabbisogno della ditta aderente. Questi crediti, elargiti a tasso 0 e del valore 1 a 1 con l’euro, possono essere utilizzati solo all’interno del circuito che, come abbiamo visto, è divenuto molto esteso. La ditta, quindi, non spende più euro per commerciare ma solo moneta aggiuntiva senza interesse. Non si ha convenienza ad accantonare Sardex perché essi stessi non sviluppano interessi e, come qualsiasi moneta sana, valgono SOLO se circolano.

Non solo business to business, dal 2018 anche i consumatori possono utilizzare il Sardex. Si può richiedere la “Sardex Bisoo” (“sogno” in lingua sarda), una carta che accumula Sardex ogni volta che si acquista in una azienda aderente al circuito e che poi possono essere spesi entro un anno, al posto degli euro. (FONTE: https://altreconomia.it/sardex-azionariato-diffuso/)

Nel 2016 “Sardex srl” è diventato “Sardex spa.” con l’ingresso di sei nuovi soci e un investimento da 3 milioni di euro che vengono utilizzati per lo sviluppo del nuovo piano industriale. Per potersi iscrivere bisogna pagare una quota annua che va dai 200 euro ai 4.000 euro, a seconda della grandezza dell’azienda, ricevendo in cambio un corrispettivo in Sardex che è possibile utilizzare da subito nel circuito.

Sardex è quindi una ditta che crea moneta complementare facendo di essa il suo business.

Per approfondimenti:

https://www.sardexpay.net/prodotti-servizi/

https://finestrainformativa.com/biblioteca/articolo/read/30161-quanto-costa-aderire-a-sardex#question-0


G1

Spiegazione G1 dal minuto 3′:50″

Merita una menzione anche questo strumento monetario nato in Francia quattro anni fa. L’ideatore, da quanto mi è stato riferito, ha impiegato circa sette anni in ricerca per arrivare a questa soluzione. Non ho però trovato sul web riferimenti circa quanto asserito (non esiste uno specifico sito web ma questo potrebbe essere esaustivo: https://www.monnaielibre-ara.fr/monnaie-libre/). Bisogna dire che l’idea è molto buona, il software è libero ed è basato sulla blockchain (vedi alcune considerazioni QUI) quindi tra i più sicuri. Si basa sulla emissione continua di crediti personali chiamati G1 o “giune”, elargiti a tutti gli iscritti a prescindere che essi forniscano o meno un prodotto o servizio. La somma di questa massa monetaria viene chiamata DU, dividendo universale. Non importa quindi l’inflazione che deriva dalla continua emissione di monete, e quindi dal continuo aumento dei prezzi in G1, perché si fa fede sul DU. Per esempio 1 DU potrebbe valere oggi 10 G1 mentre tra sei mesi lo stesso DU potrebbe valere 30 G1. Se i prezzi sono espressi in DU il valore non cambia.

Per ottenere il DU però, occorre essere ammessi tramite cinque membri certificatori, che comprovano l’esistenza della persona. L’ammissione al circuito deve essere rinnovata ogni due anni. Non è chiaro però se il circuito è tutelato da apposito ente giuridico, associazione o comitato; da quanto pare, essendo questo strumento “moneta libera”, libera vuole anche rimanere da qualsiasi vincolo giuridico. Occorre verificare se la normativa italiana lo prevede, per evitare di incorrere in problemi legali.

La G1 non è stata pensata per supportare il cartaceo e non sono state fatte considerazioni approfondite per le partite IVA.

Qui il documento in PDF da scaricare per maggiori dettagli:


ETIX (Monethica)

Sito: https://dev.monethica.net/landing-page-privati/

Monethica nasce dal connubio con Barterfly (https://barterflyfoundation.org/) e ingloba la sintesi delle due. Nasce dopo un decennio di studi e opera nel mercato B2B – business to business attraverso la compensazione tra crediti/debiti, esattamente come Sardex, con la differenza che, attraverso un meccanismo pienamente legale, dà l’opportunità di convertire gli Etix fino al 60% in euro (c’è da dire che, conoscendo la legislazione italiana, hanno fatto i salti mortali per offrire uno strumento senza rischi per le imprese sotto questo aspetto).

Anche per i privati è possibile aprire un conto, ottenendo un surplus di valore del 30%. Chiunque apra un conto Monethica deve versare un corrispettivo di 1 euro per ogni Etix acquisito ma quest’ultimo vale come 1,30 euro. Si acquisisce quindi un potere di acquisto maggiorato del 30% sull’acquisto di beni o servizi all’interno del circuito Monethica (chiamato Marketplace).

Tutte le ditte possono ricevere fino a 35.000 Etix di credito; gli Etix, tramite un’accurata ricerca sulle normative vigenti oltre i nostri confini, possono essere utilizzati anche all’estero sempre tra gli affiliati al circuito.

Monethica sfrutta anche il beneficio del sodalizio con Barterfly che nel frattempo ha acquisito il social tutto italiano SFERO, che diverrà anche piattaforma pubblicitaria per i servizi offerti da questo strumento monetario.

Monethica si basa solo sulla piattaforma web elargendo gli Etix solo in formato elettronico. Il costo di accesso varia a seconda della tipologia di conto: “starter” gratuito oppure “professional” da 400 a 500 euro circa, iva esclusa.

Vedi link: https://www.sovranitapopolare.org/2022/05/19/monethica-sfero-barterfly-foundation-sociale/


AURI

Anche qui non abbiamo un sito internet di riferimento ma abbiamo un sito privato che ospita l’iniziativa:

https://www.isentieridigrimoaldo.it/portfolio/progetto-territoriale-buoni-auri/

Mi sono ricordato di questa moneta dalle parole di Cosimo Massaro, durante l’intervista fattagli a Torino domenica scorsa, 16 ottobre. La cosa mi ha incuriosito e sono andato a vedere di cosa si tratta.

AURI fronte e retro del buono

Proprio come ci ha riferito Cosimo, vengono emessi buoni equivalenti agli euro con un cambio 1 a 1, a fronte di un equivalente in euro versato. Per esempio, se volessi acquisire 100 AURI dovrei versare su di un conto bancario 100 euro. Nessuno vieta che gli stessi possano essere convertiti in metallo prezioso, producendo quindi anche una riserva di valore. Cosa che le altre monete complementari non possono fare perché il loro valore si basa invece solo sulla loro circolazione.

Come le altre monete gli AURI sono gratuiti e non generano interessi, né attivi né passivi. Il costo annuo è quello di affiliazione, come spiegato in modo chiaro al link riportato sopra.

Sono monete cartacee ma non si comprende se hanno anche un supporto elettronico.

Poiché gli AURI sono utilizzabili da privati e da imprese al 100%, per le partite iva, quando necessita, è prevista la convertibilità AURI->EURO per fare fronte alle spese di gestione della ditta (pagamento fornitori non inclusi nel circuito, bollette, tasse…). Il modello, e il nome lo evidenzia, è stato preso dagli studi del Prof. Giacinto Auriti, un vero profeta in campo economico e sociale. Ricordiamo, per chi non la conoscesse, la sua iniziativa portata alla luce a Guardiagrele, il SIMEC.

Sugli gli AURI ho una perplessità circa la loro convertibilità; credo vi sia da fare chiarezza perché la normativa, a quanto pare, ancora non è consolidata.

Si veda a pagina 32 del documento qui riportato:

NOTA: Da recente conversazione con un referente della associazione che divulga gli AURI si evince che non vi sono leggi che vietano la conversione AURI->EURO; è semplicemente un argomento inedito.


SCEC

Sito: http://www.arcipelagoscec.net/

Lo SCEC nasce a Napoli nel “lontano” 2008 dall’intuizione di alcuni ragazzi. Se un buono spesa di un supermercato ha valore di sconto sulla stessa, perché mandare al macero questo sconto invece di farlo girare? Ecco, questo è il concetto base sul quale è stato inventato lo SCEC. Ma non è uno sconto…

Per la sua emissione ci si appoggia alla associazione di promozione sociale “Arcipelago Scec” che si occupa di emettere i crediti sia in formato cartaceo che elettronico. L’utente che si iscrive attraverso il sito http://www.arcipelagoscec.net/iscrizioni/ ottiene da subito 100 SCEC del valore di 100 euro (equivalenza 1 a 1 con l’euro). L’iscrizione è gratuita ma si può anche sostenere l’associazione con una donazione, opzione consigliata.

Una volta aperto il conto l’utente può scegliere se convertirli in cartaceo oppure mantenerli in formato elettronico.

Dal sito arcipelagoscec.net apprendiamo che:

Per Arcipelago il locale è un concetto aperto e sempre in continua espansione; usando una metafora si parte dal risanamento della cellula per arrivare a risanare l’intero organismo, in altre parole si risana la comunità locale e poi la si mette in relazione con le altre in cerchi geografici sempre più ampi. Per questo per Arcipelago la comunità locale è il paese, ma anche la città, la regione, fino a considerare l’intero pianeta una grande comunità locale.

Lo ŠCEC rispecchia bene questo concetto perché è unico e circola liberamente in tutto il circuito nazionale e si adatta benissimo a qualsiasi valuta anche fuori dall’euro. Da questo insieme di comunità locali che collaborano e si integrano insieme deriva il nome di Arcipelago ŠCEC.

Questo strumento monetario, anche se datato, ad oggi è ancora molto valido, soprattutto per la sua semplicità di utilizzo e l’immediata comprensione. Può essere usato sia da privati che da ditte, indifferentemente. Il privato lo può utilizzare fino al 100%, mentre per la ditta è consigliabile usarlo in una percentuale oscillante tra il 10 e il 30%. Inoltre, la sua espansione in tutta Italia avvenuta negli anni, soprattutto dal 2012 in poi, lo rende uno strumento molto conosciuto.

Come funziona? Se un cliente compra dalla ditta un bene per il valore di 100 euro e la ditta usa lo SCEC al 20% il cliente pagherà materialmente 80 euro e 20 SCEC. Il cliente avrà risparmiato 20 euro e la ditta gli avrà emesso uno scontrino con uno sconto del 20%. Vantaggi per la ditta: pagherà le tasse solo su 80 euro e non più su 100 euro. Inoltre quel valore di 20 SCEC, non apparendo in contabilità, lo potrà utilizzare sia come privato divenendo un cliente egli stesso, oppure pagando il fornitore e innescando lo stesso sistema contabile precedente.
È legale tutto ciò? Sì, e la risposta la si trova nella documentazione che la stessa Guardia di finanza ha fornito all’Associazione:

Dopo l’euforia iniziale nei primi anni, a tutt’oggi vi sono conti dormienti a causa di un rallentamento avvenuto nel periodo di transizione dal “dopo Monti” all’attuale situazione; ma il lavoro di divulgazione, fatto dai volontari negli anni su tutto il territorio, lo ha reso comunque famoso, tanto che anche Banca Etica gli ha dedicato un interessante articolo: https://www.bancaetica.it/articolo/a-palazzolo-si-sperimenta-lo-scec-una-moneta-quasi-complementare/.

Come valore aggiunto va anche considerato il fatto che, essendoci molte monete complementari sul territorio italiano, basate anch’esse sullo stesso principio dello SCEC, si potrà comprendere che anche l’intercambiabilità tra di loro sia praticamente già attuabile, creando, così, una interconnessione tra economie di regioni differenti che si appoggiano a monete complementari con nomi diversi ma con la stessa base.

NOTA: Visto il rinato interesse verso lo SCEC, l’Associazione riferisce che si sta organizzando per una campagna di raccolta fondi atta a migliorare il supporto web.


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