A cura di Andrea Pilati
immagine di copertina tratta da https://commission.europa.eu
La trasformazione in atto in ambito sociale è iniziata con la sperimentazione attuata tramite l’invenzione della pandemia programmata e ha portato Loro ottimi frutti. Sottomesse la maggior parte di persone, queste ora hanno accettato di buon grado qualsiasi forma di distanziamento tanto che nessuno più ci fa caso a quelle innocenti quanto innocue barriere in plexiglass che troviamo soprattutto negli uffici pubblici. Una parte di una nuova normalità, dove ora basta solo alzare un poco più del solito il tono della voce per farsi capire dall’impiegato al di là della barricata. La restante nuova normalità è relativa al distanziamento fisico celebrato dai servizi digitali che ci faranno avere direttamente a casa consultazioni e documenti, così comodi, così green, così eco, così bio compatibili…
E anche qui la DAD ha fatto il suo effetto perché l’importante era creare una impronta genetica nelle menti delle nuove generazioni affinché, con la solita leva della paura indotta stimolando la parte della amigdala, essa rimanga attiva come un interruttore cerebrale, e accettata in tutti i contesti come forma di distanziamento. La stessa cosa accadrà con le monete digitali. Il fine è sempre quello; evitare contatti, evitare distanze ravvicinate dei nostri toroidi elettromagnetici, quelli emanati dal cuore e dalla ghiandola timo. Troppo umani per Loro, troppo rischiosi…
La strada per ottenere un ID digitale, visto che l’esperimento ha funzionato, passa quindi dalla strada sanitaria, la più accettata. Presentata come una soluzione per ottimizzare il pachidermico SSN italiano (Servizio Sanitario Nazionale), distrutto da Monti, annientato da Draghi, infatti, il servizio vuole portare a ridurre i tempi di attesa attraverso l’uso delle architetture informatiche.
Di per sé lo strumento informatico, come spesso espresso, non è da demonizzare; ma bisogna sempre guardare al di là e vedere chi lo governa e che poteri diamo a lui su di noi.
Riceviamo molte richieste di indagine da utenti preoccupati circa questo argomento, e non a torto quindi andiamo a vedere da dove parte tutto ciò facendo attenzione ai termini subdoli utilizzati.
Prendiamo per esempio il FSE Fascicolo Sanitario Elettronico (quando si dice il caso) consultabile al sito https://www.salutepiemonte.it/. Da qualche tempo la regione Piemonte sta facendo pubblicità del nuovo servizio di ritiro medicinali attraverso le farmacie convenzionate ma è possibile solo a coloro che hanno dato il loro consenso alla consultazione del fascicolo sanitario elettronico. La regione poi, nel suo sito, informa che…
Per il ritiro con la tessera sanitaria dei farmaci prescritti, il cittadino ha due opzioni:
* scegliere le sue farmacie di fiducia, selezionandole su www.salutepiemonte.it (farmacia abituale) con SPID/CIE o presso il punto assistito dell’Azienda sanitaria locale
“Azienda sanitaria locale”. Da anni le Unità sanitarie locali (USL) sono state trasformate in aziende e i termini non sono buttati lì a caso. Una azienda è per antonomasia, una forma giuridica che svolge attività di carattere privato; il fatto che i dati personali siano in mano a privati a me non piace, per niente. Ricordiamo l’avvento dell’applicazione “IMMUNI”? Il suo flop non era un flop e l’app non era un app. Erano solo degli esperimenti per distogliere la nostra attenzione da quanto finora scritto. IMMUNI la ritenevamo pericolosa, l’FSE è semplicemente, apparentemente, innocua.
Per chi volesse inserisco qui questo video con la procedura per disabilitare il consenso all’accesso del FSE personale. Per accedere occorre lo SPID, che altro non è che il Sistema Pubblico di Identità Digitale. Lo scrivente ha dovuto abilitarlo per accedere all’esame di Stato svoltosi l’anno scorso. Guarda caso…
È però interessante come Loro facciano in modo che sia l’utente a dare il consenso al consulto del proprio fascicolo sanitario. Hanno sempre fatto così in questi ultimi due anni; ricordiamo le famose quanto illegali “auto certificazioni” da mostrare per passeggiare fuori casa? Con l’accettazione al consenso nell’FSE, diamo praticamente Loro il consenso ad aprire la porta di casa nostra lasciando Loro guardare nelle parti più sensibili di noi stessi, nella salute dei nostri corpi. Interessante come sia tutto rivolto alla cura della persona, dando per scontato che si è, per principio, dei malati cronici.
Sono partito dal FSE solo per comodità ed evidenza; tale argomento era già stato trattato tempo fa anche da altri ed erano già state fatte notare le pericolosità di questo strumento. Ma non è questo il problema; questo è solo il cavallo di Troia perché da lì in poi basta creare una psicosi sulla insicurezza dei propri conti bancari, unita a sempre più invasive restrizioni sull’uso della moneta, per incentivare l’uso del pratico wallet digitale che comprenderà, in un unico dispositivo elettronico tutti i documenti di riconoscimento ma anche, e soprattutto, le chiavi di accesso al nostro denaro. Per chi starà alla regia (i soliti noti) basterà veramente un “clic” per bloccare l’auto se inadempienti o anche solo antipatici al governo. Non mi sto inventando niente, in alcune parti della Cina, con i crediti sociali è già così.

E circa il Loro potere e la sfacciataggine con la quale ne fanno uso e sfoggio, ricordiamo cosa hanno subito in Canada i dimostranti di “Convoy for freedom”.
Se hanno tanto potere da disporre il blocco del denaro, senza il filtro di un giudice, lascio al lettore la libertà di fare un volo di fantasia, che poi tanto fantasia non è, e pensare a quali altri limiti potrebbero imporre.
Gli strumenti elettronici, abbiamo detto, sono di per sé solo strumenti. Ma non dimentichiamoci che Loro hanno predetto che “You’ll nothing and be happy” – “Possiederai nulla e sarai felice”. Ma forse, più che una affermazione, credo sia da intendere come una domanda.