C’è ancora speranza di salvezza quando la coscienza rimprovera l’uomo.
(Publilio Siro)
A cura di Andrea Pilati
Ultimamente mi sono domandato se sia proprio opportuno farsi domande e arrovellarsi per trovare risposte. Mi sono chiesto anche se sia sensato andare a ficcare il naso nei meandri dell’informazione indipendente per cercare novità sull’andazzo di questo mondo; novità che sono spesso poco edificanti e tanto meno piacevoli.
Fare il cronista prevede questo effetto collaterale, ma se lo si fa con l’intento di fornire indicazioni e strumenti che ci permettono di uscire dalla gabbia, facendo attenzione a non costruirne un’altra con le sbarre dorate, allora la cosa diventa anche piacevole.
Amo pensare che in questo pianeta, brulicante di otto miliardi persone, vi siano molteplici gradi di evoluzione delle coscienze, dalla più triviale e volgare a quella più elevata e capace del maggior sacrificio.
In questo contesto però mi è sorto un pensiero comparativo tra due situazioni di vita diametralmente opposte e sono quella dell’uomo comune e quella della persona che si informa e per ciò si ritiene più protetta, più lungimirante e maggiormente prevenuta. Andiamo però a verificare le differenze tra le due situazioni:
HOMO COMMUNIS
Normalmente continua la sua vita come sempre è stata, con i suoi progetti, spesso fantasiosi. Non si cura di andare su binari diversi, specialmente riguardo l’informazione.

Ama perdersi in discorsi, congetture e pensieri che hanno per lo più lo scopo di dimenticarsi di sé, identificandosi su altro.
Nell’ambito sociale si impegna, o meglio, impegna il suo tempo vitale, in contesti politici tassativamente allineati alla opinione comune, rigettando tutto quello che sa di alternativo. Osanna e non osa contraddire gli esperti, e nemmeno gli interessa sapere se esperti lo sono davvero; ciò che importa è che dicano esattamente ciò che vuole sentirsi dire e ciò che lo rassicura.
Segue sport, arte e spettacoli mettendoli tutti sullo stesso piano, quello del passatempo.
A lui non importa cosa mangerà nel prossimo, imminente futuro, se userà prevalentemente denaro elettronico, se è opportuno o meno vaccinarsi o piuttosto seguire uno stile di vita volto alla salutogenesi. Non gli importa sapere cosa la scuola insegna e se al governo, qualsiasi governo, ci siano persone che servono il popolo invece che servirsene.
Vive una vita, tutto sommato, con poche preoccupazioni perché ritiene non vi siano risposte agli inganni del mondo; e perciò non si pone domande. E vive nella sua personale idea di felicità.
Si tiene alla larga da coloro che avanzano dubbi circa l’organizzazione della società in cui viviamo perché percepisce, senza esserne consapevole, che le loro domande implicano risposte scomode e decisioni che gli farebbero cambiare abitudini. Sentono, per costoro, una sensazione di pericolo, una sorta di repulsione; perciò trovano più comodo e sbrigativo criticarli, giudicarli e poi evitarli. Non parlare di loro è l’unica arma di difesa e, inconsapevolmente, altro non fanno che renderli inesistenti. Agiscono esattamente come il governo del Male, con l’unica, sostanziale differenza che questi governanti sono pienamente consapevoli dell’efficacia di tale atteggiamento.
IL RISVEGLIATO
Ha subito uno shock cosciente, nel senso che, nel momento in cui accadeva, era nella condizione di chiedersi “Perché…? E perché proprio a me?”. Da lì in poi è stato tutto un porsi domande e cercare risposte, anche per cose banali, conscio del fatto che nulla accade per caso. Il primo passo però è sempre quello più insidioso, perché porta questa persona a sentirsi più elevata rispetto agli “altri”, uomini comuni (dimentico del fatto che fino a poco prima era anche lui allo stesso livello degli “altri”).

Cosicché ad oggi si sentono parole di odio e forte discriminazione verso coloro che hanno scelto, per propria volontà od ob torto collo, di farsi iniettare il siero mRNA nelle vene, arrivando addirittura a volerli ghettizzare.
Il risvegliato si è fatto un’idea di ciò che significa “Mens sana in corpore sano”, ama seguire tutti i tipi di corsi alternativi, frequentare persone affini che però la pensano molto spesso come lui. Non gli è semplice accettare un confronto con chi la pensa in modo diverso perché la paura, che agisce in lui, è ancora una sconosciuta.
Discorre con fervore degli inganni del mondo, convinto che il solo parlarne, o sapere che esiste chi governa con l’inganno, lo renda emancipato ed immune da Loro ma non è consapevole che il solo evocarli li rende reali sul piano della materia. In-conscio di ciò li menziona sempre nei sui discorsi, spesso espressi con vigorosa rabbia; rabbia della quale Loro si nutrono, usando parole che li rendono vivi.
Nonostante ciò ama definirsi “Risvegliato”, molto spesso per distinguersi dalla massa dalla quale arriva, senza però rendersi conto di essere entrato a fare parte di un’altra massa, composta da un numero minore di persone ma che pur sempre massa è. Ancora non ha preso consapevolezza che, per distinguersi veramente dalle masse, deve diventare un individuo. E che i veri risvegliati non si auto definiscono tali ma sono gli altri a riconoscerli così.
Ecco, a grandi linee, le differenze tra i due personaggi sono queste. Cosa li accomuna? E, visto che si parla di porsi delle domande, chiediamoci, onestamente: