E’ con molto piacere che ospitiamo un autore molto apprezzato su SFERO, il social tutto italiano e libero da tracciamento, per le sue disamine sempre attente e circostanziate su argomenti che sempre troppo poco vengono diffusi.
Grazie Alessandro per la gentile concessione.
Qualche giorno fa il prof. Remuzzi ha rilasciato una singolare intervista alla trasmissione Zona Bianca in merito a efficacia e sicurezza dei prodotti vaccinali anti-Covid.
L’intervento dura qualche minuto ma in un tempo così breve lo scienziato ha messo in fila parecchie informazioni fuorvianti ed errate. Ha fatto tuttavia emergere anche un elemento di estrema importanza, sul quale ci soffermeremo.
Remuzzi è l’autore di tre pubblicazioni scientifiche che fin dall’estate del 2020 attestano che il Covid si può curare. L’ultima di esse, dell’agosto di quest’anno, ribadisce che curare i malati avrebbe avuto un impatto in riduzione del 90% sui ricoveri.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC9411261/
Remuzzi è anche colui che è stato testimone, come riportato da un servizio di Report, delle forti pressioni esercitate sul suo gruppo di studio per non inserire nelle ricerche un confronto con la tachipirina prevista dai protocolli ministeriali. Chi pressava sapeva che quel farmaco ne sarebbe uscito con le ossa rotte, e con lui chi l’aveva inserito nei protocolli. Si veda il video RAI, soprattutto dal minuto 12 in poi.
Chissà se queste pressioni continuano ancora oggi.
Sta di fatto che da quell’ultima ricerca Remuzzi ha smesso di parlare di cure e ha via via accentuato le sue posizioni vacciniste. Per quanto possano essere rappresentativi i risultati di Google, fino ad agosto 2022 al suo nome si associano quasi esclusivamente dichiarazioni sulle cure, mentre da allora in poi le cure sono sparite e lo scienziato è intervenuto solo per sponsorizzare la quarta dose, criticare l’inchiesta di Bergamo e, ora, per affermare che i prodotti biotecnologici iniettabili sono efficaci e sicuri.
Pur se Remuzzi non ha mai avuto una posizione contraria ai prodotti vaccinali anti-Covid, il cambio di approccio appare notevole e ha finito per portarlo in contraddizione con se stesso, posto che non è semplice dal punto di vista logico mettere insieme la curabilità del Covid tramite farmaci ordinari con l’affermazione che per contrastarlo è assolutamente indispensabile una vaccinazione a tappeto con prodotti mai prima sperimentati sull’uomo che stanno dando numerosissimi segnali di estrema pericolosità.
In questa sede elencheremo velocemente gli elementi di propaganda che sono stati disseminati nei pochi minuti di intervista, ma soprattutto ci soffermeremo sul dato estremamente importante che Remuzzi ha fornito e che da solo smentisce il resto delle sue affermazioni.
Ancora la bufala dei venti milioni di morti salvati
Per sostenere che le sostanze vaccinali sono stati efficaci, Remuzzi si presta a citare la fake-publication secondo cui esse hanno evitato dai 14 ai 20 milioni di morti nel mondo. Si guarda bene però dal dire che la ricerca, il cui committente e finanziatore è la Fondazione Gates, è stata bersagliata di critiche da tutto il mondo, in quanto palesemente viziata. Ne ho parlato nel mio ultimo articolo, evidenziandone i principali bias.
https://sfero.me/article/scienza-propaganda-smascheriamo-ricerche-piu-amate
Il confronto tra le seconda e la terza ondata
Lo scienziato spiega che la minore gravità della terza ondata prova l’efficacia dei prodotti biotecnologici iniettabili. Si resta sgomenti davanti a questa affermazione, talmente insensata che non è credibile sia farina del sacco di Remuzzi. Si può forse pensare che egli non sappia che Omicron aveva una letalità bassissima anche sui non vaccinati? E che al tempo della terza ondata gran parte della popolazione godeva ormai di immunità naturale, che sempre più ricerche confermano essere di gran lunga più forte e duratura di quella artificiale? E non ricordare che le cure, proprio quelle da lui evidenziate e promosse in una prima fase, diventavano sempre più praticate?
Basta morire un po’ meno?
L’altra prova della sicurezza di questi prodotti starebbe, così dice Remuzzi, nel tasso di mortalità per infezioni ospedaliere più alto di quello che lui riferisce per i “vaccini”. Non è chiaro se nei numeri ospedalieri che espone ci sia anche chi arriva in ospedale già moribondo, che sposterebbe non poco.
Ma anche così non fosse, che senso ha paragonare il rischio che corre un malato, che in ospedale è costretto a entrarci per guarire, con quello di una persona sana che di vaccinarsi non avrebbe bisogno? E come si può ritenere logico sostenere che siccome c’è una moria in ospedale allora è ammissibile fare morire le persone anche per il vaccino?
L’attività umana più sicura
L’illustre ha detto proprio così: il rapporto rischi-benefici di questi prodotti è così favorevole da competere con qualunque altra attività umana. Insomma, il rischio di inocularsi i prodotti m-RNA è paragonabile a quello che si corre stando seduti sul divano o passeggiando nel parco. Mi pare che in una tale affermazione, senza senso alcuno e così evidentemente fuori dalla realtà, si riveli tutto il disagio dello scienziato, presumibilmente costretto per qualche ragione in un ruolo non suo, che per quanto si sforzi non riesce a recitare a dovere.
La confessione di una strage in corso
Veniamo a quella che considero la parte più importante dell’intervista. Remuzzi cita come prova della sicurezza dei prodotti genici il fatto che avrebbero causato…
Consigliamo vivamente di continuare la lettura sull’articolo originale – Fanno propaganda e non si accorgono che confermano la strage – di Alessandro Bagnato su SFERO.