
(Fonte della citazione https://www.archiviostoricolivetti.it/ot-l22/)
A cura di Andrea Pilati
Un’individuo che, tra i suoi valori, mette ai primi posti la libertà e la bellezza condurrà una vita esemplare e piena di gratificazioni, per sé stesso e, di riflesso, per gli altri. Se poi costui è pure un imprenditore c’è solo da augurarsi di trovare un posto di lavoro presso la sua azienda.
Questo le cronache raccontano di Adriano Olivetti, imprenditore visionario, lo Steve Jobs italiano.
Per avere una idea di quanto abbiamo sempre affermato negli articoli di questo sito, riporto stralci di una pubblicazione del 2018, tratta da “Il fatto quotidiano” .

La prima cosa che ti viene da chiederti è perché.
Fonte: https://www.ilfattoquotidiano.it
Perché un’azienda italiana che era all’avanguardia della tecnologia mondiale è quasi scomparsa?
Perché un intero settore industriale del nostro paese è stato cancellato a favore delle aziende statunitensi?
Perché la Silicon Valley aveva iniziato a parlare italiano ma poi la conquista dell’America è svanita nel nulla?…. La risposta che vi daranno a questi tanti perché i nostri attuali, rapaci, imprenditori e supermanager è che Olivetti era una fabbrica di idee, di design, di simboli, di geni ma non di profitti…. In realtà, la filosofia di Adriano Olivetti, figlio del fondatore Camillo, era quella di un imprenditore illuminato come dai suoi tempi non più si manifestano nel mondo occidentale. Le sue stesse fabbriche erano studiate per dare qualcosa al territorio, in termini di lavoro, certo, ma soprattutto di bellezza e di meraviglia…. Quello che la visione Olivetti aveva afferrato nella sua fantasmagorica espansione elettromeccanica è che il profitto non è il valore principale di un’azienda…. La piramide aziendale, ovviamente esistente anche in Olivetti, doveva aiutare l’uomo nel processo creativo, non opprimerlo. Provate a suggerire una cosa del genere oggi alla Fiat di Marchionne (anzi, alla FCA, che la Fiat italiana non esiste più)…. Costruisce case per i dipendenti, cinema e piscine per la città. Distribuisce benessere, diminuisce l’orario di lavoro, senza variazioni di salario…. Voglio ricordare ancora una volta poi la regola aurea che si rispettava alla Olivetti: nessun manager doveva guadagnare più di dieci volte il salario minimo di un operaio. Oggi che i supermanager arrivano anche ad intascare (spesso immeritatamente) fino a 500 volte la paga di un loro umile dipendente…. A proposito di sole, Olivetti e la California. A Cupertino l’azienda della grigia Ivrea fu la prima a fare tecnologia nella Silicon Valley prima che questa si chiamasse così. Nel 1973 la Olivetti apre il suo primo ufficio a Mountain View (sì, proprio dove ha sede Google)…. Perché Olivetti, un’azienda che era arrivata ad avere 50mila dipendenti in 100 paesi del mondo è quasi scomparsa e vive ora solo come pallida costola di Tim (200 dipendenti o giù di lì)? Molti oggi affermano che la gestione di Adriano Olivetti fu miope e non adeguata a cavalcare la rivoluzione elettronica….
Poi, però, viene il “bello”, quello che dovrebbe fare suonare un campanello di allarme sia nelle menti di molti imprenditori come in quelle di molti cittadini. Molto spesso ho caldeggiato di ridurre se non addirittura quasi azzerare i conti in banca e, per gli imprenditori, di utilizzare il meno possibile tutte le “vantaggiose opportunità” che un prestito bancario offre, evitando le lusinghe dei rappresentanti di questi istituti che fanno del debito altrui il loro profitto.
La Olivetti finì come finiscono molte imprese che danno fastidio:
In Italia si stavano formando i primi governi di centrosinistra. Detto fatto: le banche italiane chiesero alla Olivetti Divisione Elettronica il rientro immediato dei capitali. L’Olivetti fu costretta a “svendere” alla General Electric la sua Divisione Elettronica, con tutta la rete di assistenza. Un suicidio. Fantapolitica? Chissà.
Fonte: https://www.ilfattoquotidiano.it – testo tratto dal libro di Mario Bolognani ,”Bit generation. La fine della Olivetti e il declino dell’informatica italiana”
Bene, come potrebbe Adriano Olivetti, oggi, valutare la società nel territorio italiano? Cosa potrebbe pensare di fare in un Paese che ha quasi dimenticato le proprie bellezze, la propria genialità, la propria capacità inventiva ed artistica? In un Paese disgregato da protagonismi, opportunismi, competitività, anche e soprattutto tra coloro che si dichiarano “risvegliati”?
Beh, forse, si girerebbe dall’altra per non vedere tanta povertà d’animo e inizierebbe a fare, senza aspettative; se ci si sente spinti dalla ricerca del bello e della gratificazione nel riuscire a portare a termine il proprio destino, giorno dopo giorno, senza farsi coinvolgere nelle critiche degli invidiosi, negli ostacoli dei disonesti, nelle promesse dei falsi e degli opportunisti, ecco, allora Adriano Olivetti, oggi sarebbe nuovamente un uomo di successo. Ma soprattutto sarebbe un Uomo.
La lotta nel campo materiale e nella sfera spirituale è l’impegno più alto e la ragione della mia vita. La luce della verità, diceva mio padre, risplende negli atti e non nelle parole.
Citazione e foto in intestazione tratta da: https://www.fondazioneadrianolivetti.it/la-fondazione/adriano-olivetti/