Banca Etruria. Niente paura, la salviamo noi, contribuenti!

Dal Web giunge una “bella” quanto inaspettata notizia ;^)

Forse lo avevamo già detto ma l’argomento “banche=ladri” come diceva il buon Giacinto Auriti, il primo economista ad avere avuto il coraggio di denunciare Banca d’Italia, è a tutt’oggi poco o per niente considerato. Per approfondire vedi QUI.

A seguire l’articolo tratto dal sito www.affaritaliani.it


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Banche salvate coi soldi dei contribuenti. Il sospetto che dietro all’operazione di ripescaggio dei quattro istituti in default (Banca Etruria, Carichieti, Carife e Banca Marche) ci fosse qualche inghippo era venuto a molti. Ma il governo era stato categorico.

Il decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri il 22 novembre «non prevede alcuna forma di finanziamento o supporto pubblico alle banche di risoluzione».

Ieri, però, la sorpresa. Scorrendo i dati forniti dall’ Istat sui conti pubblici si scopre che le somme servite a traghettare le banche verso la salvezza sono finite nel bilancio dello Stato.

Per la precisione «le risorse affluite dal sistema bancario italiano al Fondo nazionale di risoluzione (pari a circa 2,3 miliardi di euro) sono state registrate nell’ambito delle imposte indirette (nello specifico “altre imposte sulla produzione”), mentre i fondi trasferiti dal Fondo stesso per coprire le perdite delle Banche commissariate (pari a circa 1,7 miliardi) sono stati contabilizzati all’interno delle uscite in conto capitale». Non è un dubbio o un’illazione scrive Sandro Iacometti su Libero.

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