Le gardenie contro la SLA, le arance contro il cancro… e l’informazione come cura

Mi arriva un messaggio dove mi si chiede di partecipare alla raccolta fondi per la ricerca sulla cura della SLA, sclerosi laterale amiotrofica, malattia neurodegenerativa (ricordiamoci questo termine). A parte l’indignazione che dovrebbe nascere al solo sentire di tali iniziative che nascono per sopperire all’assenza di un governo che dovrebbe avere come vocazione la ricerca del pieno benessere del suo popolo, nasce la domanda sul perché tali iniziative sorgano puntuali ogni anno, come ogni anno crescono i pazienti colpiti da tutte le gravi debilitazioni come il cancro. Dato che, nonostante le immense risorse economiche raccolte, non accenna a diminuire ma risulta in crescita esponenziale. Lo ha profetizzato anche il fu Veronesi quando commentava che nei prossimi anni si ammalerà di cancro una persona su due, con grande giubilo per Glaxo Smith Kline, Bayer, Roche, Pfizer, e compagni di merende.

Ricordiamo che siamo numeri per gli Istituti di credito, percentuali statistiche per i governi e greggi per le case farmaceutiche; il valore umano per loro non ha prezzo ;^)

Ora, tornando al messaggio sulla iniziativa “Una gardenia per la SLA” o come la vogliamo chiamare, andiamo a vedere le cause di una tale malattia, e non solo di quella, perché abbiamo il dovere di informarci, informare e divulgare. A qualsiasi costo…

Da una ricerca possiamo notare la diretta correlazione tra la SLA e l’incidenza di metalli pesanti nel nostro corpo. Ma come ci vanno a finire? Senza scomodare la geoingegneria, responsabile dello spargimento di metalli pesanti attraverso gli additivi presenti nei carburanti degli aeromobili, possiamo guardare nella nostra cucina oppure nei prodotti alimentari che giornalmente vengono venduti, soprattutto nei supermercati. Per esempio:

Veleni in cucina
Molto spesso, dopo aver sottoposto nuovi Pazienti al dosaggio dei metalli tossici il quale evidenzia valori patologici, la domanda che mi sento spesso porre è la seguente: «Ma come e da dove posso aver assunto tutti questi veleni?» Tralasciando le fonti di intossicazione professionale e accidentale, un ruolo importante nella contaminazione da metalli tossici riveste la quotidiana alimentazione. Infatti fin dal nostro risveglio siamo bombardati dai metalli iniziando con l’ingestione di un buon caffè contenuto in sacchetti di alluminio e contaminato dal rilascio del metallo dalla maggior parte delle caffettiere casalinghe costruite in alluminio. Non creda di salvarsi chi quotidianamente assume una tazza di thè a
colazione poiché la pianta del thè ne contiene grandi quantità nelle sue foglie. Mangiamo qualche biscotto che nella stragrande maggioranza dei casi è contenuto in sacchetti rivestiti all’interno da alluminio. A metà mattina per la pausa caffè possiamo ingerire un’altra piccola dose di metalli attraverso l’ingestione di prodotti da forno conservati in alluminio e formaggini rivestiti dall’onnipresente alluminio. Finalmente arriva l’ora del pranzo e anche qui non abbiamo che l’imbarazzo della scelta: cibi cotti in tegami che riscaldati rilasciano alluminio, alimenti conservati e cotti nelle vaschette di alluminio, patate o altri cibi al cartoccio avvolti nella pellicola di alluminio. Beviamo qualche bicchiere d’acqua dal rubinetto di casa contenente piombo rilasciato da vecchie tubature e alluminio che viene utilizzato nel trattamento delle acque per rimuovere particelle e microrganismi. Per la merenda possiamo scegliere tra un succo  di frutta o una bibita rigorosamente in lattina di alluminio e un pezzetto di cioccolato avvolto da alluminio. Finalmente arrivata l’ora di cena possiamo concludere la nostra giornata con una abbondante porzione di pesce quale tonno, pesce spada, salmone contenenti grandi quantità di mercurio. Per placare la nostra sete possiamo bere una birra conservata in lattina di alluminio. E se, alla fine di questo bollettino di guerra, vi è venuta una comprensibile gastrite, nessun problema, potrete sempre assumere un comune antiacido, naturalmente ricco di Alluminio!

Fonte: fabriziodegasperis.it

Sempre a riguardo dei metalli pesanti e la loro interazione con la chimica del corpo umano vediamo cosa provoca l’alluminio:

Un nuovo studio pubblicato da Journal of Trace Elements in Medicine and Biology avanza una possibilità inquietante: l’idrossido di alluminio, adiuvante comunemente utilizzato nei vaccini dell’infanzia [soprattutto nell’esavalente e nell’anti-pneumoccica], è causa di sovraccarico d’alluminio nel sito dell’iniezione e contribuisce alla patogenesi di malattie come la sindrome da stanchezza cronica, miofascite macrofagica e pseudolinfoma sottocutaneo.

Ciò che crea stupore è la valutazione del caso di una donna di 45 anni che, molti anni dopo aver ricevuto le vaccinazioni, ha manifestato una forma di pseudolinfoma sottocutaneo indotto proprio dai vaccini inoculati in quella precisa zona del corpo, ovvero una forma di lesione cutanea caratterizzata dalla raccolta di linfociti, macrofagi e cellule dendritiche della cute. I ricercatori hanno eseguito una biopsia cutanea nel sito di iniezione dei vaccini e hanno trovato la presenza di Alluminio nei macrofagi. Quando il campione di pelle è stato esaminato si è rilevata la presenza di 768,1 microgrammi per grammo, in peso a secco, contro 5,61 e 9,13 microgrammi di altri due pazienti inseriti nel caso controllo: ben 153 volte superiore alla norma!

Lo studio ammonisce:

Data la patologia della paziente e l’alta concentrazione di alluminio nella biopsia cutanea, gli autori desiderano richiamare l’attenzione in merito all’utilizzo di sali d’alluminio noti per essere efficaci nella preparazione di vaccini singoli o multipli. Il possibile rilascio di alluminio può indurre altre patologie imputabili alla nota tossicità di questo metallo.

Fonte: disinformazione.it


Ed è proprio in direzione della prevenzione che va un lavoro appena pubblicato sulla rivista Neurobiology of Aging e condotto da un team internazionale di ricercatori coordinati dal prof. Neal D. Barnard della George Washington University School of Medicine. In questo lavoro, gli scienziati hanno elaborato una serie di 7 linee guida che possono essere una possibile arma di prevenzione. 

E’ anche importante scongiurare l’assorbimento di alluminio evitando per quanto possibile l’uso di farmaci antiacido, pentole, lieviti in polvere o altri prodotti che contengano alluminio.
Secondo il prof. Barnard, la malattia di Alzheimer non è una parte naturale dell’invecchiamento e rimanendo attivi e mangiando sano si potrebbe contribuire a riscrivere il nostro codice genetico per questa straziante malattia.

Fonte: La Stampa.it

Alzheimer! Ma dai, è correlato alla degenerazione cerebrale come il mercurio.

Come fare allora per eliminare le tossine metalliche assunte? Si chiama chelazione ed è un processo che permette di espellere attraverso feci ed urine tutti i metalli pesanti.

Per approfondire indichiamo il link dal quale attingere direttamente le informazioni necessarie: www.fabriziodegasperis.it

banner-terapia-chelante-francesca-zerba.jpgAltra sostanza efficace per la chelazione è la zeolite, minerale presente in natura, e prodotto dall’incontro con la lava e l’acqua marina. Per approfondire consigliamo questo link: www.riza.it

Aggiungiamo un’altra testimonianza da parte di chi è riuscito a combattere contro una malattia neuro degenerativa come la SLA che gli avevano diagnosticato e che ha risolto con la chelazione. È passato dopo poco dalla sedia a rotelle al camminare con le proprie gambe. Non ha risolto il problema al 100% ma se non lo avesse affrontato si troverebbe ora probabilmente su di un letto. Per approfondire questo il suo sito, con la sua storia: www.matteodallosso.org

Bene, speriamo di avere fatto ulteriore chiarezza sull’argomento; e quando troverete il banchetto con gardenie o arance, beh, tirate innanzi. Ci guadagnerete in salute :^)

Lascia un commento