Accetta e lascia andare

Prefazione della redazione

Venerdì 23 aprile ho portato a termine un articolo dal titolo “Cosa ci faccio qui?“, ispirato da un “sentire” che mi ha spinto a premere sui tasti della tastiera e guardare frasi che si creavano sul monitor, senza quasi averne personale volontà.

Questa mattina il mio collaboratore e socio mi dice al telefono che nello stesso pomeriggio stava parlando con la suocera, ottima insegnate di lingue, di un certo atteggiamento che una persona ha verso un’altra, e che in tedesco si esprime con “Schadenfreude“. Quell’atteggiamento veniva scritto nello stesso momento su questo sito, nell’articolo in fase di stesura. Sempre nello stesso momento la mia compagna scriveva di getto un testo che sentiva il momento di esprimere.

Ora invito il lettore a proseguire nella lettura e, comparando i due testi, stupirsi come anch’io ho fatto; e trarre le opportune conclusioni. In Lak’ech


A cura di Francesca Ghioldi

Dedicato ad un amico.

Il periodo che stiamo vivendo, da qualche tempo a questa parte, nonostante abbia molti risvolti negativi, ha permesso di distinguere l’umanità in almeno un paio di tipologie: i risvegliati e gli eterni dormienti. Queste due tipologie si suddividono a loro volta in altre sfumature di personale approccio alla vita che, ovviamente, risiedono in ogni singolo individuo che abbia un po’ di coscienza. Cercando di cambiare il punto di osservazione di una quotidianità che ci mette tutti quanti di fronte a scenari decisamente drammatici, mi sono ritrovata ad accettare situazioni che ritenevo fino a poco prima inaccettabili. Situazioni che coinvolgono persone a me vicine e per le quali nutro un profondo affetto.

Premetto che cerco di analizzare ciò che accade attorno a me con un certo distacco, il famoso “passo indietro” che permette di mettere a fuoco ciò che non sempre si comprende in prima battuta. Ho da qualche anno intrapreso un percorso di ricerca interiore, meditazione, arti evolutive, ascolto, percezione, condivisione; questo per comprendere cosa ci faccio io qui. Non sempre riesco a comprendere, a capire, ma ogni giorno riparto dal punto al quale sono arrivata il giorno prima, e provo ad andare avanti. Se mantengo il pensiero libero da presunzione e non lo inquino con la rabbia che deriva dalla frustrazione e dall’impotenza, ottengo risultati che mi stupiscono per la loro immediatezza e velocità. E che prova mi trovo ad affrontare? Una prova ardua, che coinvolge mia madre, la quale vive ormai un esilio forzato dall’altra parte dell’oceano, da quando è cominciato il delirio pandemico.

Qualche giorno fa  mi comunica serenamente che si è fatta vaccinare… Ho trascorso i mesi passati ad inviarle notizie che la potessero mettere in guardia da questa scelta, che le permettessero di avere una visione globale di ciò che realmente stava accadendo nel mondo, e non solo in Italia, che nutrissero il suo dubbio nei confronti di un meccanismo contorto ai danni delle libertà umane. Ma su di lei ha prevalso qualcosa che non potevo gestire come figlia; la sua paura.

Ora, analizzare la paura di un genitore pare facile, se non altro perchè lo conosciamo da tutta la vita… la nostra vita, non la sua.

Riflettendo su questo essenziale punto ho deciso che non potevo continuare ostinatamente a cercare di salvarla dal mondo, ma dovevo semplicemente accettare che, lei come ogni essere vivente libero è, e tale dovrebbe rimanere. Libero di fare le sue scelte e decidere il proprio destino, perchè noi, su questa terra, siamo come gli attori sul palcoscenico del teatro; dobbiamo interpretare una parte, e dobbiamo farlo come meglio possiamo o crediamo… Gli attori lavorano in sinergia, si “sentono”, si accolgono cooperano, collaborano… e si lasciano andare…

Accetta e lascia andare… Fatti attraversare dal dolore e non trattenerlo per te… Sii grato per le difficoltà perche’ ti permettono di evolvere… Sii presente nel qui ed ora, ma soprattutto ama, ama, ama…

Ama la vita e la parte che hai deciso di interpretare in questo incredibile spettacolo, perchè meglio la interpreti, più bello sarà lo spettacolo futuro. Questo è l’approccio che ritengo più costruttivo, perchè in un momento in cui qualcuno tenta di rubarci l’anima, io desidero nutrirla e renderla capace di affrontare ogni giorno su questa terra come un’ascesa al Paradiso, e non certo come una discesa all’inferno, che peraltro si nasconde dentro ognuno di noi e che semplicemente non va nutrito. Accetto e lascio andare, perchè siamo comunque Uno.


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