A cura di Andrea Pilati
Una amica mi invia un video relativo ad una conferenza; si parla di donazione di organi e di procedure di espianto. Lo guardo e mi chiedo
“Ma allora Mengele era un santo!”
tanto è la sfacciataggine con la quale vengono presentate queste pratiche che tutto hanno fuorché l’umano che tanto professano e sbandierano. Ma come abbiamo fatto ad arrivare fino a questo punto? Un punto in cui tutto è talmente materializzato che nulla più di spirituale viene contemplato, specialmente in ambito medico. Anzi, peggio ancora. La materialità viene edulcorata dalla falsa pietà e corredata di buoni propositi falsamente empatici e solidali di vite da salvare a discapito di altre. Chiamiamolo buonismo lava- Coscienze. Alla stregua dell’andare a messa alla domenica per mondare l’animo dai peccati settimanali in attesa di tornare a sporcarlo nei giorni seguenti. Il bucato della domenica, si potrebbe dire.
Ma invito a seguire il video per intero per rendersi conto del sotterraneo livello al quale si è giunti.
È logico pensare che appena vi è un prezzo vi è un mercato. E questo tipo di atteggiamento ha perduto ogni parvenza di umanità tanto che si è venuto a creare un “mercato” di organi. Ma come potersi stupire se l’organo primario messo in vendita con tanto di proclami inneggianti all’amore è proprio l’utero, quello dove nasce la vita? Siamo ancora in grado di dare un limite alla decenza? Siamo ancora in grado di comprendere il confine che delimita le strade dell’evoluzione e dell’involuzione?

Libero arbitrio nel tempo dell’Apocalisse. Non abbiamo più scusanti, l’informazione c’è in ogni angolo e la nostra voce interiore è più forte che mai per chi la vuole sentire.
Sai Baba aveva ragione a sconsigliare i trapianti proprio per queste motivazioni. Erano gli anni ’80.
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Sai Baba, per certi versi, era avanti anni luce come molti altri dell’epoca
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