Essere libero non ha prezzo… per tutto il resto c’è DebitCard!

A cura di Giuliano C., Andrea P. e Armando R.

Che figata la colazione smart! Al mattino è sempre un piacere riservarsi quei 4, 5 minuti di pausa e di raccoglimento interiore davanti a una tazzina di caffé caldo (non bollente baristi! ndr), prima di cominciare l’ennesima giornata che, salvo imprevisti, si ripeterà essenzialmente uguale alla precedente in un infinito déja vu.

Ma a rendere le cose più comode, piacevoli e veloci ci pensano le banche che ci semplificano la vita (se avete pensato alla pubblicità facciamoci due domande, ndr) in modo da liberarci da quell’impiccio che sono le monete sia cartacee che di metallo! Portafogli non più gonfi di banconote ma di scontrini, ricevute e tutti i tipi di card possibili e immaginabili!

Le banche pensano e il governo agisce di conseguenza, infatti possiamo leggere dal Sole 24ore:

“Allo studio del Governo una «carta unica» che svolgerà varie funzioni e potrà essere utilizzata anche in chiave antievasione. Conterrà carta d’identità, tessera sanitaria, identità digitale e potrà essere usata anche per pagamenti elettronici.”

(David Icke in Problema Reazione Soluzione
– Xylella)

In 4 righe c’è condensato tutto, Problema – Reazione – Soluzione. Tutto per la nostra comodità e sicurezza!

E come attuare questo progetto? Ovvio, si inizia sempre dalla pubblica amministrazione o più in generale dagli apparati statali, infatti sempre sul Sole24ore leggiamo ancora:

L’obbligo per le Pa di accettare i pagamenti elettronici
“Un progetto che si inserisce in uno scacchiere più ampio di mosse per spingere ulteriormente la moneta elettronica. Oltre al sistemi di incentivi fiscali su cui si sta studiando per esercenti e consumatori (come spiega Il Sole 24 Ore in edicola venerdì 20 settembre), la carta unica consentirebbe di procedere in modo meno indolore e più rapido all’introduzione dell’obbligo per la Pa di accettare solo pagamenti elettronici. In molte città gli sportelli dell’anagrafe già oggi accettano pagamenti solo elettronici e l’obbligo potrebbe essere generalizzato a tutta la Pubblica amministrazione, incluse le società che forniscono servizi pubblici.”

Bene, allora a questo è servito il reddito di cittadinanza; non a fornire un reddito minimo ma ad abituare le persone di ceto basso a utilizzare una carta di credito piuttosto che i contanti. Inoltre, la mia esperienza personale con le famigerate PA è iniziata con l’emissione dei buoni pasto. Me li fanno avere su tessera elettronica e posso andarli a spendere SOLO nei supermercati e in pochissimi ristoranti. Né i soliti negozi che frequento né tanto meno i banchi del mercato, sono attrezzati per accettarli perché ci vuole un POS a parte. Quindi ulteriore costo per gli esercenti e discriminazione per gli utenti. Ho fatto presente la cosa ai dirigenti che, naturalmente, si sono sentiti disturbati da uno “scocciatore” (chiaro esempio di applicazione del concetto di divide et impera più volte menzionato nel blog, ndr). Per legge non possono essere convertiti, dicono… E, naturalmente, hanno una scadenza (soldi a scadenza, sic! ndr). Quindi, se non li spendo, li perdo, ossia perdo dei soldi che mi spettano di diritto. E non sono pochi (appena ho tempo faccio una indagine e ne uscirà un articolo, nota AP).

Ma in tutto ciò, il ceto basso, dall’alto della sua ignoranza (concedetemi il gioco di parole, nota AR) gode nei pagamenti elettronici, spesso effettuati ormai con lo smartphone. Sono diventati uno status symbol e pagare anche pochi euro in questo modo è come se li elevasse a vette superiori. Per il cittadino comune invece, la carta elettronica è unicamente un modo rapido, comodo e semplice di pagamento. Ti consente di non avere l’assillo dei contanti da portarti addosso, di fare calcoli alle casse dei supermercati o dal salumiere o dal fruttivendolo. Ultimamente anche al bar una colazione comincia ad essere pagata tramite pos, che i “furbi” consumatori esigono.
Dietro questo le banche gongolano: se io pago con una banconota da 100 € e questa banconota passa per per altre 99 mani e 99 pagamenti, resta comunque sempre una banconota da 100 €, senza perdere il suo valore nominale (o se vogliamo il suo debito virtuale).
10000 pagamenti da 1 €, considerando una commissione media del 1% generano 100 € di profitto al sistema bancario, togliendoli di fatto dalla libera circolazione. Per un esercente, piccolo o grande che sia, le commissioni bancarie sono un capitolo di spesa e come tali andranno successivamente spalmate sulle entrate, aumentando i prezzi di vendita (capite adesso? ndr).
Quindi alla fine chi paga siamo tutti noi, che andiamo ad alimentare l’élite dominante, dandole di fatto sempre più potere e sempre più strumenti per dominarci. E’ come se si consumassero 100€ virtuali ad ogni passaggio di mano, regalando inoltre (e gratuitamente a questo punto aggiungere, ndr) una parte di noi al sistema: in quel momento sapranno dove siamo e cosa stiamo acquistando e a distanza di un anno al massimo (spesso molto meno) si faranno un quadro totale di noi. Quanta benzina consumiamo, quanto e quale cibo, i nostri hobby, come ci vestiamo, dove passiamo i weekend o le vacanze, i nostri spostamenti…
E così ci indirizzeranno verso questo o quell’obbiettivo, verso la tal moda, la tal tendenza o inclinazione. Ci guideranno, tenendoci la mano ed accompagnandoci allegramente nel cammin di nostra vita, dove la selva oscura sta proprio dietro l’angolo di casa.

Privacy e internet. Pizzeria Google.

Fonti:

https://www.ilsole24ore.com/art/stop-contante-arriva-card-unica-identita-e-pagamenti-elettronici-ACpgTcl?fbclid=IwAR1wU4Db5La2FBlSlzUqE3FwD5WGjSB-GFJEwYb0S3t49EQedU2F9M9QMpo

https://stream24.ilsole24ore.com/video/italia/stop-contante-card-unica-identita-e-pagamenti/ACvLatl

2 pensieri riguardo “Essere libero non ha prezzo… per tutto il resto c’è DebitCard!

  1. La centralizzazione avanza…
    e noi ci fidiamo vero che le istituzioni salvaguarderanno la libertà dei cittadini…

    Saremo liberi sì… come pesciolini in una vasca la cui grtandezza verrà regolata dal sistema in base al tuo grado di asservimento al potere.

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