La giusta resistenza non è difendere questo sistema sociale

A cura di Gilbert

Questo macilento sistema economico sociale viene attaccato da un ancora peggior nemico: il globalismo nichilista dell’Ordine Mondiale;, e la nostra energia si concentra sulla salvaguardia di quei pochi diritti che ancora sopravvivono miracolosamente grazie alla Costituzione Italiana.

Disegno dell’autore,

Di fatto, quindi, ci troviamo nella condizione che per salvare il bambino ci teniamo l’acqua sporca; sempre più putrida, anzi la proteggiamo perché riteniamo di non avere alternative.

Per svariate ragioni il sistema attuale è moribondo, aveva ragione Grillo, se non fosse stato che era una parola d’ordine, una frase a effetto per salire proprio sulla cima del luridume sarebbe da ringraziarlo di averci aperto gli occhi (ma questa è un’altra storia…)

Si tratta quindi di un empasse, il sistema è moribondo e noi vogliamo difenderlo dalla morte mentre sta andando in cancrena. E’ un uroboro che divora la sua coda e la divorerà per sempre prosperando in cicli continui di nascita e morte.

Nel frattempo l’uomo si piega, viene umiliato e sfruttato mentre l’orizzonte si fa sempre più fosco e tetro. Non c’è soluzione, noi teniamo in vita il morente che ci incatena al suo sostentamento perché ci ha fatto credere che esistiamo solo grazie ad esso.

Uroboro o Urobous
Nella letteratura magica egizia di età ellenistica, animale simbolico a forma di serpente che morde o inghiotte la propria coda, realizzando la figura di un cerchio. La simbologia originaria dell’u. fu quella dell’eternità e del cosmo. L’immagine, che successivamente prese la forma anche di un drago, o di due serpenti, o di un drago e di un serpente che congiungono la bocca alla coda, è anche usata per rappresentare l’avvicendarsi della vita e della morte e, in alchimia, il ripetersi del ciclo che raffina le sostanze attraverso il riscaldamento, l’evaporazione, il raffreddamento e la condensazione.
Treccani

Ma non stiamo andando in un certo senso contro natura? La vita è anche morte, le persone muoiono, le idee muoiono, i sistemi stessi muoiono. Forse dovremmo abituarci all’idea che questo sistema vada lasciato morire costruendo per noi allo stesso tempo un futuro migliore.Riporto alcuni concetti di una amica con cui ho il piacere di scambiare preziose informazioni Patrizia Pecollo che così ha scritto:

Quello che non si vuole accettare è che un sistema sociale, così come tutti gli organismi viventi, da cui peraltro è composto, abbia una sua storia, ovvero che nasca, si sviluppi e muoia, lasciando qualcosa di sé al mondo e aprendo la strada ad altre forme di sistemi e di progetti.
Non accettando la morte individuale né la fine di un sistema sociale, ci si irrigidisce in una condizione di staticità, di blocco alla fluttuazione, essenza vitale, creando le basi per malattie individuali e sociali.

Continua qui: IDEALIA – Sistemi sociali e coralli)

Ha ancora senso quindi impiegare le nostre energie per pompare sangue (il nostro, in tutti i sensi) nel malato terminale?
Oppure è meglio piuttosto distaccarsi da questa idea di società, non per distruggerla, ma rifiutando tutto ciò che di malato ci propone?

Facciamo una piccola analisi delle gocce di sangue che tengono in vita il malato e che potremmo evitare di alimentare.

  • Televisione; per cui se non corrisponde a ciò che ritengo etico, onesto, umano e dignitoso io NON la guardo.
  • Patto di mutuo rispetto per cui se non corrispondi adeguati servizi alle tasse che ti pago sei TU Stato che stai infrangendo le regole per cui esse non sono più valide per entrambi
  • Se TU grande operatore internazionale non paghi le tasse e affami il mio popolo non avrai nulla da me.
  • Se tu Stato vuoi impormi una cura anche quando non sono malato sei TU che hai travalicato la tua funzione ed io ho il DOVERE di difendere me e la mia famiglia.

Potrei fare altri mille esempi….

Una società alternativa si ergerà spontaneamente tra tutti coloro che lasceranno morire questa idea di società senza scopo, senza fine e necrofila in maniera singolare e interiore giorno dopo giorno.

Stacca la spina al serpente.

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