Caro collega, adesso ascolta.

A cura di Giuliano

Ricevo la seguente lettera che pubblico integralmente, corredata con link di approfondimento.

Caro collega,

da quasi due anni seguiamo di settimana in settimana l’ultima necessaria restrizione per uscire dall’emergenza. Si chiudeva a Pasqua per salvare l’estate, poi lo stato di eccezione si è fatto permanente.

Oggi i cosiddetti tamponi non sono più considerati affidabili, sebbene siano stati imposti come necessario strumento per certificare la salute di persone sanissime; sono stati la base su cui si è retto il discorso che – di paura in paura – ci ha portato fino questo punto. Un vaccino ci salverà, si era detto. Adesso due dosi di vaccino non sono più efficaci oltre i due mesi.

Il cosiddetto green pass – in vigore già da mesi – non ha influito minimamente sulla situazione e sarebbe finito a dicembre, si era detto; ora la soluzione dovrebbe essere il super greenpass?

È chiaro ormai che questi farmaci sperimentali e dagli effetti sconosciuti non immunizzino e non blocchino alcun contagio. Perché allora questa imposizione sotto ricatto, con minaccia di perdita del lavoro e di segregazione?

E qualora fossero efficacissimi, nessun trattamento sanitario invasivo – se presenta anche solo una possibilità di rischio ed è chiaro che i rischi ci siano – può essere introdotto con misure discriminatorie e coercitive.

Se rinunci alla potestà sul tuo proprio corpo non la recupererai più. Quando si sarà stabilità una società virtuale e automatica – ed è questo che si sta facendo a partire dai QRcode – non si tornerà più a quella interumana che conosciamo.

Il passaporto digitale è un sistema di governo e se lo si accetta, l’imposizione sarà il modello per gestire ogni aspetto della vita.

Ti stanno privando della dignità di persona. Non è un problema medico-scientifico, si tratta di diritti inalienabili sanciti dal codice di Norimberga in poi.

Il passaporto digitale ora sanitario, e domani fiscale, sarà il criterio di accesso a tutto. Il diritto al lavoro, allo studio, alla libera circolazione non possono dipendere dall’avere o meno un certificato di obbedienza. La violazione della costituzione è macroscopica, e anche se oggi i requisiti ti sembrassero giusti, quali saranno i prossimi? Se questo sistema entra in vigore prima o poi toccherà a tutti subirne le conseguenze. Anche a te.

La svendita delle libertà conquistate a caro prezzo dalle generazioni precedenti non è segno di senso civico, quanto del contrario: senso civico sarebbe la loro difesa, diritto e dovere di ogni cittadino della Repubblica italiana.

Non è una questione sanitaria, è una questione politica. Non è in gioco la salute. È in gioco l’intero assetto della società. Chi si nasconde dietro la propria paura o l’altrui necessità – chi collabora – non è vittima, è complice.

E se oggi tu collabori a scacciare chi sta lottando anche per la tua libertà e per quella di chi ti è caro, domani, quando sarà il tuo momento e sarai rimasto solo, chi ti difenderà?

fonte

Sulla scia di tale lettera riportiamo la seguente:

LETTERA APERTA AGLI INSEGNANTI e A TUTTO IL PERSONALE SCOLASTICO

fonte: Insegnanti che dicono NO

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