sionisti

Pronunciare questa parola mi ha sempre ricordato un pò il sibilo di un serpente.

Il sionismo nacque tra la fine dell’800 e l’inizio del secolo scorso ad opera di un giornalista e drammaturgo viennese assimilato ebreo che nel 1895 scrisse  Der Judenstaat (trad. it., Lo Stato ebraico, Genova, Il Melangolo, 1992) considerato il manifesto del sionismo che di li a poco si tradusse in un vero e proprio movimento teso alla creazione di uno stato ebraico. Fino a quel momento il popolo ebraico era sparso per il mondo in molteplici comunità ma a poco più di dieci anni dal  primo congresso mondiale dei sionisti tenutosi a Basilea nel 1897 vi fu una forte immigrazione nei territori arabi della Palestina  dove venne fondata la città ebraica di Tel Aviv.

Il resto è storia… scritta dai “vincitori”.

(Cit.) Il sionismo, nelle sue linee ideologiche generali, non è molto diverso dalle forme di nazionalismo che nella prima metà del XIX secolo si svilupparono, sebbene in misura diversa e con caratteristiche eterogenee, in tutti i Paesi europei.

Fin da allora, e probabilmente anche da prima, il chiodo fisso per questo popolo è trovare la sua terra promessa dall’elohim di nome Yahweh.

Se pensiamo che alcuni studi fanno risalire l’origine del popolo ebraico all’antica Sumeria, il luogo dove, secondo Biglino, sorgevano i gan-eden, luoghi in cui si creavano schiavi umani grazie a tecniche di manipolazione e clonazione del DNA, la storia di un “Dio” che fa un patto con Mosè per liberare il suo popolo dalla schiavitù egizia assume una piega estremamente interessante.

Ebrei che fuggono dall’Egitto per andare in Palestina, fino ad arrivare ai giorni nostri quando il 23 ottobre mi sono imbattuto in questa storia della pulizia etnica a Gaza, leggendo questo post sul canale Telegram di Giorgio Bianchi , dove si legge che gli ebrei sionisti vogliono deportare i palestinesi in Egitto. Gli schiavi liberati che vogliono cacciare un popolo dalla loro terra per mandarli via nella terra dove loro stessi erano schiavi.

Come è mio solito fare di fronte a notizie così dirompenti ho voluto approfondire e sono andato sul sito del Misgav (un gruppo Sionista) che risulta (in aggiornamento https://www.izs.org.il/) ma poi ho trovato la notizia sul profilo X (già Twitter) del MISGAV stesso qui https://twitter.com/MisgavINS/status/1714183691574948036 ,

Nel post (ad oggi risulta eliminato… “che strano!” direbbe Malanga) c’era anche un link che rimandava al documento che ho tradotto con l’aiuto di DeepL ( ve lo consiglio, è molto meglio di google) e l’ho pubblicato qui https://sfero.me/article/-sionisti-misgav-institute-mirano-deportazione. In buona sostanza tale documento riporta che

Position paper: Un piano per il reinsediamento e la riabilitazione definitiva in Egitto dell’intera popolazione di Gaza: aspetti economici 
di Amir Weitmann 
Punti principali: 
• Esiste attualmente un’opportunità unica e rara di evacuare l’intera Striscia di Gaza in coordinamento con il governo egiziano. È necessario un piano immediato, realistico e sostenibile per il reinsediamento e la riabilitazione umanitaria dell’intera popolazione araba nella Striscia di Gaza che si allinei bene con gli interessi economici e geopolitici di Israele, Egitto, Stati Uniti e Arabia Saudita. 
• Nel 2017, è stato riferito che ci sono circa 10 milioni di unità abitative sfitte in Egitto, di cui circa la metà sono costruite e l’altra metà sono in costruzione. Ad esempio, nelle due più grandi città satellite del Cairo, “Il 6 ottobre” e “Il 10 di Ramadan”, c’è un’enorme quantità di appartamenti costruiti e vuoti di proprietà del governo e di privati ​​e aree edificabili sufficienti ad ospitare circa 6 persone. milioni di abitanti. 
• Il costo medio di un appartamento di 3 locali con una superficie di 95 metri quadrati per una famiglia media di Gaza composta da 5,14 persone in una delle due città sopra indicate è di circa 19.000 dollari, tenendo conto delle dimensioni attualmente conosciute dell’intero popolazione residente nella Striscia di Gaza, che varia da circa 1,4 a circa 2,2 milioni di persone, si può stimare che l’importo totale che sarà necessario trasferire all’Egitto per finanziare il progetto sarà dell’ordine di 5-8 miliardi di dollari . 
• Lanciare uno stimolo immediato di tale portata all’economia egiziana fornirà un enorme e immediato beneficio al regime di al-Sisi. Queste somme di denaro, in rapporto all’economia israeliana, sono minime. Investire qualche miliardo di dollari (anche se si tratta di 20 o 30 miliardi di dollari) per risolvere questo difficile problema è una soluzione innovativa, economica e sostenibile. • Non c’è dubbio che affinché questo progetto possa realizzarsi devono esistere contemporaneamente molte condizioni. Attualmente queste condizioni sono soddisfatte e non è chiaro quando tale opportunità si ripresenterà, se mai accadrà. 

Per leggere il documento completo da tradurre dall’ebraico CLICCA QUI
fonte: profilo X diel MISGAV

Il logo del documento, che ad oggi non più reperibile dal profilo X del Misgav, è diverso da quello che si trova sul sito “in aggiornamento” e da quello del documento riportato dal sito The Cradle il 29 ottobre qui https://new.thecradle.co/articles/leaked-israeli-plan-to-ethnically-cleanse-gaza, ma questo potrebbe essere solo un dettaglio non sono in grado di giudicare se di poco conto oppure no.

Ad oggi, e qui la cosa è davvero singolare, sul profilo X del Misgav risulta questo post https://twitter.com/MisgavINS/status/1713591674742419839 che cronologicamente si posiziona laddove c’era il post cancellato, ed il documento allegato è questo https://drive.google.com/file/d/1FGGPOcbTBAPp1go25mUJG8GaImhEHVtK/view anche qui c’è un immagine satellitare in copertina ma diversa dal documento cancellato.

Questo “nuovo/vecchio” vecchio post ha un sapore più politically correct rispetto a quello, ad oggi, cancellato.

Ho provato a fare una ricerca su Archive.org ma il post X è stato definitivamente cancellato.

Mi rammarico di  non aver fatto uno screenshot o di aver salvato il link su Archive ma è davvero immane il lavoro di cancellazione della memoria storica che qualcuno sta facendo in merito a documenti, diciamo, così sensibili.

Sull’attendibilità del documento non credo ci siano dubbi, tuttavia il link dove c’è il documento ad oggi risulta ancora disponibile qui → https://drive.google.com/file/d/1e8ytZWVQyt1XncFPeDT9n1RoD_mZJRUk/view

e qui semmai dovesse “sparire”:

Sulla faccenda si espresso anche il giornalista e scrittore Fracassi in un video sul suo canale Telegram, visibile qui → https://t.me/Franco_Fracassi/3737.

Insomma sembra proprio che oggi i sionisti facciano ai palestinesi ciò che gli ebrei hanno subito durante l’olocausto, massacri, deportazioni e ingiustizie di ogni tipo, ricordando sempre che sono i sionisti che hanno invaso la terra araba.

Ci sono cose che proprio non tornano in questa nuova esplosione del conflitto tra Israele ed Hamas. Ovvero, tornano se…

Pur ammettendo che l’attacco del 7 ottobre non sia una false flag operata dal gruppo terroristico Hamas creato da Bibi e finanziato sottobanco dagli USA in Quatar e che quindi Israele abbia ragione ragione a porgere la biblica “altra guancia”, ora da questa ipotetica ragione è passato oltremodo ad un reale e criminale torto.

Intanto apprendiamo che una potenziale neo Nakba sta iniziando se il resto del mondo non prende una posizione decisa nei confronti dell’asse israelo-americano.

“7mila stranieri lasciano Gaza passando dall’Egitto
Altri 7mila stranieri e cittadini con doppia nazionalità lasceranno la Striscia di Gaza passando dal valico di Rafah. Lo conferma il ministero degli Esteri dell’Egitto a margine di un incontro tra il viceministro degli Esteri egiziano Ismail Khairat e i diplomatici di altri Paesi. Khairat ha precisato che il Cairo si sta preparando per facilitare l’arrivo e l’evacuazione di cittadini di nazionalità straniera da Gaza attraverso il checkpoint di Rafah. I 7mila in fuga dall’enclave palestinese, ha aggiunto Khairat, possiedono la nazionalità di oltre 60 Paesi. Ieri l’Egitto ha aperto i suoi confini a più di 500 palestinesi con doppio passaporto.”

fonte: MSN

Tuttavia non so come ma tutta questa storia del documento prima reso pubblico e poi cancellato mi puzza di Mossad (e lo so, sono un’inguaribile complottista, nda), ma al momento non so a che scopo, anche se una simile notizia potrebbe avere la sua ragione ed il suo peso nell’ambito della posizione di Israele nella Security Exchange Commission (SEC) americana. Ascoltiamo cosa riporta Luca La Bella:

Dal min. 13′:10″ cancellazione della Israel Corporation dal SEC!

Ciò potrebbe trovare riscontro in questo documento considerazioni sulla divulgazione della SEC derivanti dalla guerra tra Israele e Hamas, di cui riporto alcuni interessanti stralci:

Dichiarazioni di registrazione
È importante che le società valutino e considerino le loro esposizioni dirette e indirette agli impatti della guerra e prendano in considerazione i requisiti di informativa della SEC e le implicazioni di contabilità e rendicontazione finanziaria, che potrebbero essere numerose, in particolare per le società con filiali, operazioni, investimenti, accordi contrattuali o joint venture rilevanti nell’area della guerra.
Anche le società con fornitori, venditori o clienti importanti nell’area della guerra, così come le organizzazioni che concedono prestiti o mutui a entità di quei Paesi, potrebbero avere problemi contabili.
Anche le entità che non hanno un’esposizione diretta a Israele e alla Striscia di Gaza potrebbero risentire dell’incertezza economica generale e degli impatti negativi sull’economia globale e sui principali mercati finanziari derivanti dalla guerra.

Rischi macroeconomici e politici generali
Potenziali sanzioni finanziarie e/o embarghi commerciali o qualsiasi interruzione o riduzione dei commercio con Israele o con i Territori palestinesi, compresi i boicottaggi delle imprese affiliate o le
difficoltà crescenti di ottenere autorizzazioni all’esportazione.
(Translated with DeepL)

fonte: Goodwinlaw

Ammetto che da qui in poi non vado oltre perché si entra in ambiti che esulano totalmente le mie competenze e conoscenze, anche se non posso fare a meno di evidenziare che il “boicottaggio delle imprese affiliate” è già iniziato e per quanto si possa credere è un elemento di forte attenzione per certi personaggi.

Con la spesa critica si può colpire l’occupazione Israeliana: i marchi da boicottare

“quali sono i marchi coinvolti direttamente o indirettamente nell’appoggio all’occupazione israeliana? Gli attivisti di BDS hanno compilato una lunga lista, piena di prodotti che ogni giorno finiscono sulle nostre tavole e non solo…”

fonte: L’indipendente

fonti:
https://www.lanzone.it/Shoah/Schede/sionismo.htm
https://www.macrolibrarsi.it/speciali/il-patto-inesistente-estratto-da-il-falso-testamento-libro-di-mauro-biglino.php
https://www.goodwinlaw.com/en/insights/blogs/2023/10/sec-disclosure-considerations-arising-from-the-israel-hamas-war
https://www.publiccompanyadvisoryblog.com/wp-content/uploads/sites/13/2023/10/SEC-Disclosure-Considerations-Arising-From-Israel-Hamas-War-1.pdf
https://www.sec.gov/Archives/edgar/data/941221/000095010318003092/R143.htm
https://www.sec.gov/Archives/edgar/data/52749/000114420418036472/v496975_exh99d.htm

Foto di Rodolfo Quevenco da Pixabay

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