CBDC VS Monete complementari

Dire che uno Stato non può perseguire i suoi scopi per mancanza di denaro è come dire che un ingegnere non può costruire strade per mancanza di chilometri.

(Ezra Pound)


Immagine in intestazione: https://www.mckinsey.com

Da pochi giorni ci è sorta la necessità di organizzare un incontro sulle monete complementari, con una certa urgenza anche. Non capivamo perché, ma quando una intuizione si fa viva va ascoltata e così abbiamo fatto. In questa pagina (https://traterraecieloblog.wordpress.com/iscrizione-allevento-sulla-moneta-complementare/) il lettore troverà il modulo di iscrizione per partecipare all’evento che si terrà in maniera ibrida, di persona in sala, oppure online, per dare modo a quante più persone di partecipare. Per poter allargare maggiormente questo progetto, in modo rapido ed efficace, vi è l’intenzione di coinvolgere anche quanti più canali di informazione alternativa possibili; questi ultimi sono quelli che si mantengono soprattutto grazie alla monetizzazione, in valuta corrente, data loro dalle varie piattaforme. Piattaforme che ora, invece di limitarsi a censurare, di fatto tolgono anche quella fonte di guadagno. È successo anni fa a Byoblu, fino a passare recentemente a Border Night di Fabio Fabretti. Utilizzare anche le monete complementari darebbe loro, e a tutti quelli che le utilizzano, un vantaggio in più e l’inizio di una indipendenza dal sistema del quale tanto si parla ma che, concretamente, non viene minimamente leso. A meno di utilizzare il suo tallone di Achille, quello che lui stesso utilizza da secoli per soggiogare, ricattare, invadere e sottomettere gli Stati e i singoli cittadini: il denaro.

Quanto sopra ha un prologo chiamato Central Bank Digital Currency e l’allarme, o la sveglia, è stata anche riportata da Massimo Mazzucco in un suo intervento nel video qui di fianco.

Come fare allora? Proviamo ad immaginare… ogni piattaforma di informazione indipendente accetta anche moneta complementare, utilizzando quella che più preferisce in base a quella che circola nei propri paraggi. Ma attenzione, perché questo strumento possa avere senso, nel senso del servizio che una moneta deve offrire, deve essere presente sul territorio e avere caratteristiche ben precise (vedi articolo L’ora delle monete complementari), evitando quindi tutte le criptovalute come i Bitcoin che fanno leva su altre parti di noi come la bramosia e la cupidigia, rendendoci ancora una volta succubi e legati alla paura della mancanza, tanto cara a Loro. Questi sono servizi che non demonizziamo e che vanno eventualmente utilizzati solo per gli scambi con persone e attività commerciali di altre nazioni, ma usati anche con particolare accortezza e una conoscenza onesta di sé stessi; il denaro, pochi lo hanno compreso, non è solo il metro di misura del valore del bene o del servizio, ma anche la misura della crescita spirituale e di consapevolezza di chi lo usa.

La via di uscita – L’Italia dei feudi

Il progetto basato sulle monete complementari, invece, riprende il concetto dei feudi italiani, tanti quante sono le monete utilizzate. Sul territorio italiano abbiamo in circolazione circa 25 monete complementari diverse, tra dormienti e in uso, ma che hanno tutte più o meno il medesimo approccio, ossia l’affiancamento con la moneta corrente, e utilizzate sotto forma di buono sconto. Ma per evitare che il termine “sconto” possa fare venire un ‘attacco di orticaria a chi possiede una ditta, compariamole ai “buoni pasto”; hanno la stessa funzione ma un approccio diametralmente opposto. Per chi volesse comprendere meglio il concetto la nota a piè di pagina chiarisce meglio l’argomento 1.

Il progetto “Feudi” prevede l’utilizzo di ciò che, in ambito economico, già esiste sul territorio ma che va solo stimolato e diretto in modo intelligente. Lo strumento della moneta complementare non fa altro che aggiungere del denaro in più a quello che già circola, aumentando così la ricchezza di chi lo usa. E, siccome non genera interessi se accumulato, ma vale solo se ricircola, va da sé che anche la ricchezza ricircola. Fattori determinanti per questa moneta è il cambio 1 a 1 con l’euro e la sua emissione in formato soprattutto cartaceo.

E nel caso in cui dovessi andare a fare spesa in un Feudo dove vi è un’altra moneta?

In questo caso ci si comporta come quando andiamo all’estero, fuori dall’area euro. Ci si può affidare ad un servizio online come ProItaly, oppure con un ufficio di cambio in zona, preposto allo scambio di valute in contanti; per esempio tra LireRI e AURI oppure SCEC…

Conclusioni

Credo che il progetto proposto sia di una semplicità disarmante, tanto da venire compreso da pochi ;^). Già, dato che siamo abituati a pensare che l’argomento “moneta” sia di per sé complesso, non ci sembra vero possa essere così semplice spiegarlo senza metterci dentro “future”, “derivati”, “interessi”, “anatocismo”, “usura” e strumenti finanziari associati. E invece è proprio questo il suo punto di forza! Se spostiamo l’attenzione dallo strumento “denaro”, a colui che ne è il destinatario, ossia l’essere umano, con i suoi talenti, le sue qualità, i suoi valori e punti di forza allora, e solo allora, possiamo capire che il vero “valore” sei tu e tutti gli altri sono altrettanti “valori” che sono il vero polmone economico che può solo creare ricchezza, per tutti, nessuno escluso. Senza sfruttare gli altri…


  1. I buoni pasto sono soldi a tutti gli effetti e si basano sul concetto delle monete complementari, solo che i primi sono meglio accettati. Perché?
    Perché un commerciante vede nei buoni pasto uno strumento che è, a suo dire, “tutelato” per via del fatto che con essi incassa l’equivalente in euro; salvo poi scoprire che, se la ditta che emette questi buoni fallisce, anche lui li perde. Inoltre, dalla emissione del buono da parte di una pubblica amministrazione, che avviene all’atto dell’accredito dello stipendio al dipendente, fino ad arrivare ad incassare un buono pasto da parte del commerciante, passano circa 60 giorni perché normalmente quest’ultimo emetterà fattura cumulativa una volta al mese; bisognerà poi attendere tra i 30 a i 90 giorni per ricevere il saldo della fattura da parte della ditta che li gestisce. In totale abbiamo enormi cifre che attendono tra i 90 e i 150 giorni prima di essere incassati.
    Per approfondire vedi: https://www.coverflex.com/it/blog/buoni-pasto-commissioni 
    Insomma, da parte delle ditte che emettono questi buoni c’è un giro di centinaia di migliaia di euro che generano un bel po’ di interessi solo per via della valuta; se poi ci aggiungiamo che l’esercente pagherà loro anche una commissione allora si comprenderà quanto questo denaro sia, di fatto, una merce e nulla più. L’esatto opposto di ciò che dovrebbe essere. Ma per fare ciò occorre fare un salto evolutivo e la dimostrazione di questa evoluzione passa, imprescindibilmente, dal rapporto con il denaro.
    Chi ha una mente aperta potrà comprendere ora il perché questi strumenti siano accettati molto più facilmente, nonostante i rischi che li accompagnano. Quando il denaro diventa merce, né più né meno di come fa una banca, esso fa leva su quella parte dell’uomo legata alla cupidigia e all’egoismo. Nulla a che vedere con un concetto di sviluppo economico sano. Ma per questo argomento ci vorrebbe un articolo più esteso che rischierebbe di tediare il lettore. ↩︎

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