Non solo grilli nelle farine

Una buona alimentazione crea salute in tutti gli ambiti della nostra esistenza. Tutte le parti sono interconnesse

T. Colin Campbell – the China study 2005


Foto in intestazione: http://www.veggiechannel.com

Buonasera cari lettori

Credo che ormai sia chiaro che se siamo di fronte a una notizia allarmante, se c’è un evento in corso, o qualsiasi altra cosa che focalizzi l’attenzione in un punto o su di un argomento, sia necessario chiedersi “non è che mi vogliono distogliere da altro?”.

Propongo quindi questa dissertazione di Andrea Zunino circa le farine di insetti, un commento di un anno fa ma molto attuale. Per chi non sapesse chi è, Andrea è stato uno dei leader del movimento “9 dicembre 2013” e che ho avuto modo di conoscere personalmente. Una persona di animo caldo, certo, che potrebbe anche esagerare, enfatizzare le considerazioni, ma direi che il ragionamento, sebbene da prendere con le pinze, non è da sottovalutare.

“Mi sono deciso a scrivere perché ho la sensazione che pochi stiano davvero comprendendo la manovra. Hanno “buttato un osso” e tutti, come cani arrabbiati, si sono gettati a discutere di questo ma, secondo me, senza capire cosa si cela in realtà; provo a illustrare. L’Alphitobius diaperinus (larva della farina minore) è concretamente il quarto tipo di insetto a cui la Commissione europea ha concesso di entrare nelle tavole dei cittadini, dopo le larve gialle, la locusta migratoria e il grillo domestico. Una decisione che ha creato un forte dibattito tra chi continua a sostenere la tesi secondo cui mangiare insetti aiuterebbe a combattere l’inquinamento ambientale e a sfamare più persone in modo “sostenibile” e chi ritiene che si tratti di un vero e proprio orrore alimentare in grado di infliggere un duro colpo alla cucina nostrana. Davvero pensate che le grandi multinazionali alimentari “alleveranno insetti” e li venderanno, congelati, in pasta o essiccati? Non avete idea dei costi di un simile processo; Io ho lavorato nel settore e vi dico che tutta questa manfrina serve a ben altro. Come detto l’Alphitobius diaperinus, e’ la larva di verme della farina minore. Per lavoro ho avuto a che fare con diversi produttori di pasta, i quali mi hanno spiegato come funzionano i meccanismi di approvvigionamento. Se una partita di grano proveniente dal Canada mostra muffe e funghi (tossici, alcuni letali) quel grano DOVREBBE essere DISTRUTTO e non piu’ utilizzato per impieghi alimentari. Un doppio costo: perdita della materia prima e smaltimento del rifiuto. Allora cosa fanno? Mischiano il grano ammuffito con altro grano sano, fino a raggiungere una “soglia” di “accettabilità”; chiaramente, diversi enti oscuri si impegnano a “ritoccare” i limiti di legge, così da facilitare l’operazione. CHIARO? Ora, qui siamo di fronte allo stesso meccanismo: le grandi partite di farina per uso alimentare SVILUPPANO I VERMI ; a chi non è successo di vederlo in casa propria? Invece di scartare la farina come “prodotto non idoneo all’uso alimentare umano”, s’inventano l’arricchimento proteico! In buona sostanza, vogliono rifilarvi un prodotto marcio, compromesso e inutilizzabile, che le leggi attuali IMPONGONO di non impiegare per l’uso umano e smaltire come rifiuto. Come lo faranno? Decidendo, PER LEGGE, che quella m…. è “arricchimento proteico”!!! E voi … giù a discutere di grilli e cavallette! Poi, quando fra qualche mese si vedrà che nessun prodotto con cavallette e grilli sarà negli scaffali, qualche tonto esulterà pure, dicendo “abbiamo vinto noi”. In verità, vi starete già mangiando quella m…, ma nelle merendine, nel pane, nella pasta e in ogni altro prodotto che includa FARINE. Questa è la storia dei grilli e delle cavallette, nonché un ottimo esempio di come i “soliti noti” manipolano con grandissima facilità le masse che, bisogna dirlo, non mostrano particolare capacità intellettiva.”

E se fosse così? Beh, il problema riguarderebbe chi si serve della grande distribuzione piuttosto che del produttore. Non c’è dubbio, ci vuole volontà nella scelta del cibo e delle relazioni, occorre avere anche il coraggio di scartare e abbandonare vecchie abitudini e relazioni non risonanti. Sì, perché anche le relazioni sono cibo, per l’animo e lo spirito, energie che nutrono la Coscienza e ne determinano una crescita sana. Mens sana in corpore sano; cominciamo dal cibo.

A noi/voi la scelta…


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