In una singola cellula

A cura di Lidia

Cellula umana

L’immagine che vediamo sopra potrebbe apparire, ad uno primo sguardo, come un quadro astratto, ma in realtà è un’immagine meravigliosamente dettagliata di una cellula umana.
Un piccolo universo di interazioni e perfezione che, insieme a milioni di altre cellule, costituisce tessuti, ossa ed organi interni ed esterni.

L’essere umano è composto da quasi 38 trilioni di cellule tra cui se ne contano più di 200 tipi diversi. Queste sono considerate spesso la più piccola unità di un organismo vivente, costituite da diverse parti ancora più piccole, ognuna con la propria funzione.

Ricordo che da bambina ero sempre affascinata dall’estremamente piccolo, più che dall’estremamente grande. La mancanza di confini dell’Universo mi angosciava un po’. Osservavo il cielo stellato e mi saliva una sorta di ansia recondita che collegavo alla mia fugace presenza sul pianeta Terra.

Al contrario, lo studio del mondo sempre più piccolo, mi affascinava, che riguardasse il mondo degli gnomi, quello delle formiche o quello del corpo umano.

Una cellula nervosa

Durante gli anni dell’Università, ho approfondito alcuni aspetti del mondo cellulare, inizialmente da un punto di vista fisico e medico ed in seguito con una visione più psicologica.

Inizialmente mi stupì l’apprendere alcuni concetti della psicologia analitica, per esempio, che sostenevano la presenza di una “mente universale”, di un archetipo collettivo o dell’importanza dei contenuti onirici per la comprensione di noi stessi e delle realtà che ci circonda.

Con il passare degli anni, ho sentito sempre più autentica l’idea di un mondo “universale” che contiene tutto ciò che noi siamo e che costituisce una vera materia vivente, una coscienza universale che unisce tutti gli esseri viventi.

Candace Pert, con in mano il suo libro: “Molecules of emotion”

Anche il modo in cui le cellule comunicano, è stato un mistero per molti anni ma poi alcuni ricercatori hanno cominciato ad avanzare ipotesi sempre più innovative.

Candace Pert (1946-2013) è stata un’importante ricercatrice americana che ha dimostrato l’esistenza dei recettori per gli oppiacei e – di conseguenza – della capacità del cervello di produrre delle sostanze chimiche in grado di creare piacere ed espandere la coscienza (chiamate “endorfine“).

Queste scoperte sono state molto interessanti nel dimostrare che la mente, in realtà, è un flusso di informazioni che scorre attraverso cellule, organi e apparati del corpo. Queste “comunicazioni” sono filtrate e selezionate, tra l’altro, in base ad un’importante componente: le emozioni.

Le nostre cellule sono quindi composte da organi ancora più piccoli e organizzati da elementi emozionali. Questo ci aiuta a comprendere molti strani fenomeni, spesso inspiegabili da un punto di vista biologico o fisico-medico, come quelli di autoguarigione o – al contrario – di repentine insorgenze di stati di malattia.

Noi siamo quello che proviamo, che pensiamo, che desideriamo, ciò in cui profondamente crediamo.

Quando siamo indotti dall’esterno a far vibrare il “rumore” delle nostre cellule secondo la frequenza della paura e della preoccupazione si crea un forte stress. Il nostro corpo non è in grado di sostenere questo logorio, oltre una certa soglia di resistenza, l’insieme degli organi cede, si ammala e ci si “spegne”.

Come esseri viventi , emettiamo e riceviamo energia scambiando informazioni con gli altri esseri viventi e con la realtà circostante. Allo stesso modo, pensieri ed emozioni, convinzioni e credenze pervadono la nostra biologia, il nostro stato di salute, modificandoli continuamente. Modificando i nostri sistemi di credenze e i nostri atteggiamenti, liberiamo la mente dagli automatismi e dai messaggi esterni negativi, attiviamo un risposta di coerenza e inviamo messaggi di armonia alle nostre cellule.

Gioacchino Pagliaro (“Intenzionalità di guarigione”) afferma che la metafora bellica della malattia è potentissima, e l’esperienza degli ultimi due anni e mezzo in particolare ha dimostrato come le parole più usate dei media siano diventate specchio di un atteggiamento preciso: interpretare la malattia come aggressione da parte di un nemico (in questo caso “Invisibile”).

La malattia, però, è parte della normalità, e spesso è la comunicazione, da parte del nostro sistema organico, della necessità di fermarsi e riconnettersi con l’Universo.

Siamo educati dalla medicina tradizionale a considerare la malattia come interruzione repentina della vita quotidiana e della normalità, ma molto spesso questo atteggiamento è un errore di interpretazione.
Ed un errore di interpretazione porta a valutare soluzioni non ottimali.

Non è sempre necessario scendere in guerra contro la sintomatologia, è più utile comprenderla, approfondirla, ascoltarla. Sono tutte le nostre cellule che ci stanno comunicando qualcosa di più grande.

Le cellule e tutto il nostro corpo, anche in condizione di immobilità, sono in continuo movimento: dal cuore che pulsa e che sostiene il flusso sanguigno, all’attività polmonare e cerebrale e tutti gli altri organi.

Tutto il nostro corpo vibra e risuona con il resto dell’Universo, trasmettendo e ricevendo messaggi. Ogni organo del corpo, secondo Amit Sharma e Kumar Maurya del DIpartimento di Elettronica e di Ingegneria delle Comunicazioni dell’Indian College of Engineering and Technology, è dotato di una specifica frequenza.
Allo stesso modo, certe frequenze corrispondono ad alcuni processi psicologici come liberarsi dal senso di colpa o la riparazione biologica. E come le frequenze possono curare e creare armonia e coerenza, altre rischiano di deteriorare le cellule e farci ammalare.

E’ meravigliosamente stupefacente immaginare che siamo esseri così complessi e così inseparabili dal resto dell’Universo. In ogni singola cellula del nostro corpo è possibile ravvisare questo miracolo di suoni, vibrazioni, comunicazioni e guarigioni.

Qualcuno sostiene che osservando un singolo filo d’erba si possa comprendere la Natura. Posso parafrasarlo ed affermare che osservando una sola cellula si può comprendere tutto il nostro corpo e quello di tutti gli esseri viventi.

Non siamo soli, non siamo isolati, risuoniamo tutti insieme e più siamo armonici più riusciremo a stare bene uno con l’altro.

Un pensiero riguardo “In una singola cellula

  1. Articolo molto importante, penso sia da considerare anche con altre chiavi di lettura. “Più siamo armonici…”. Credo si debba prima passare dalla comprensione del concetto di “armonia”, la musica dell’universo, sottostante la terribile e giusta Legge dell’Amore. Ne siamo consapevoli? Armonia è comprensione. Se condividiamo questo concetto tutte le comparazioni, le critiche, i battibecchi, i pettegolezzi… si scioglierebbero come neve al sole e vivremmo una vita più leggera, densa di occasioni da non perdere.

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